Kilocal Uomo funziona? Recensione, opinioni e prezzi
Kilocal Uomo è un integratore alimentare prodotto dall’azienda italiana Pool-Pharma e formulato per poter essere associato ad una dieta ipocalorica e alla pratica di regolare attività fisica con l’obiettivo di contribuire alla perdita di peso.
Il prodotto è appositamente pensato per rispondere alle esigenze degli uomini, in tutte le fasi della loro vita e in particolar modo da dopo i 40 anni di età, quando il metabolismo subisce un naturale rallentamento.
La confezione contiene 30 compresse, sufficienti a coprire il fabbisogno di 30 giorni di assunzione; la posologia prevede infatti d’ingerire una compressa al giorno prima del pasto principale, con un bicchiere d’acqua.
In caso di durata di trattamento superiore alle tre settimane si raccomanda il preventivo parere del medico curante.
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Descrizione
Introduzione
Kilocal Uomo è un integratore della Pool-Pharma a base di estratti vegetali, amminoacidi e minerali proposto come coadiuvante per il mantenimento del peso corporeo, nell’ambito di un regime dietetico ipocalorico, e per il mantenimento del tono muscolare.
Di seguito verranno descritti in dettaglio i componenti di questo integratore.
Tè verde
Ottenuto dalle foglie della Camelia Sinensis, originaria di India, Cina e Giappone, il tè verde è la varietà di tè non fermentata: viene infatti preparato a partire dalle foglie, che vengono sottoposte a trattamento con calore secco o umido, in modo da inattivare gli enzimi responsabili dell’ossidazione e consentire così che le foglie mantengano il caratteristico colore verdastro. Il tè verde possiede un contenuto di caffeina inferiore rispetto al tè nero, ma è più ricco in antiossidanti – il più importante e studiato dei quali è l’epigallocatechina 3-gallato (EGCG), un composto fenolico considerato il maggior responsabile degli effetti benefici del tè verde.
Sono molte le proprietà terapeutiche attribuite al tè verde, anche se non tutte supportate da una solida letteratura scientifica.
Una buona evidenza scientifica – derivante per lo più da studi di popolazione – riguarda l’effetto protettivo del tè verde nei confronti delle malattie cardiocircolatorie, soprattutto in termini di riduzione del colesterolo “cattivo” (LDL) e dei trigliceridi e di aumento di elasticità delle pareti dei vasi sanguigni.
Sull’attività antiossidante dell’EGCG e degli altri flavonoidi in esso contenuti ci sono pochi dubbi, mentre tutt’altro che definitivi sono i risultati in merito all’efficacia dell’estratto di tè verde sulla diminuzione del peso corporeo (e parametri correlati, quali circonferenza vita e fianchi): accanto a studi che sembrano confermarne l’efficacia, ce ne sono altri che non mostrano differenze tra il trattamento con tè verde e il trattamento con placebo; laddove poi si evidenzino differenze, queste non sempre sono considerate clinicamente rilevanti (per entità della diminuzione di peso, per numero di soggetti coinvolti e così via) [1].
È interessante notare, tuttavia, che gli effetti più significativi siano stati ottenuti laddove la somministrazione dell’estratto di tè verde è stata affiancata a una dieta ipocalorica e soprattutto ad un programma di moderato ma costante esercizio fisico. Citiamo a titolo esemplificativo un recente studio condotto in doppio cieco su 36 donne sovrappeso o obese: dopo 4 settimane di dieta controllata ed esercizio fisico costante, i ricercatori hanno evidenziato un aumento del metabolismo basale, della massa magra e della forza muscolare, insieme a una diminuzione della massa grassa, del girovita e del valore di trigliceridi – tutti effetti significativamente maggiori nel gruppo trattato con tè verde rispetto a quello trattato con placebo [2].
Va notato che gli studi effettuati su soggetti di sesso femminile non necessariamente consentono di generalizzarne i risultati anche sugli uomini, che potrebbero rispondere in modo diverso (inferiore o superiore).
Sebbene l’estratto secco di tè verde nel preparato in esame sia presente in quantità tutto sommato contenuta (150 mg per compressa, a fronte di integratori monocomponente che ne contengono fino a 800 mg – 1 g), potrebbero insorgere, in soggetti predisposti, effetti collaterali indesiderati – dovuti per lo più alla somma della caffeina presente nell’estratto con quella assunta durante l’arco della giornata come tè o caffè. Le reazioni indesiderate più comuni dovute a un sovradosaggio di caffeina comprendono
- cefalea
- nervosismo
- insonnia
- nausea, vomito, diarrea
- aritmie (alterazioni del battito cardiaco, in genere in forma di accelerazione)
Per completezza di informazione – ma sempre sottolineando il basso contenuto di estratto presente nella preparazione – segnaliamo comunque le interazioni note del tè verde con alcuni farmaci:
- Nadololo, un betabloccante utilizzato per il trattamento dell’ipertensione: il tè verde può ridurne i livelli ematici
- Bortezomib, un antitumorale: le catechine del tè verde impediscono il legame del farmaco alle cellule tumorali
- Ferro, sia assunto come integratore che negli alimenti: il tè verde ne ostacola l’assorbimento. Si consiglia pertanto di distanziarne l’assunzione
[3,4]
In via precauzionale e come buona regola generale consigliamo come sempre di rivolgersi al proprio medico curante prima di assumere qualsiasi integratore, soprattutto se si stanno assumendo farmaci in modo continuativo.
Fucoxantina
La Fucoxantina è una xantofilla, un tipo di carotenoide che si ottiene per estrazione dalle alghe brune (è presente anche nelle alghe rosse e verdi, ma in quantità minore) ed è il pigmento responsabile, in combinazione con la clorofilla, del colore scuro di queste alghe.
La Fucoxantina contenuta in Kilocal Uomo è estratta da un tipo particolare di alga bruna, la Undaria Pinnatifida o Wakame.
La Fucoxantina ha mostrato, in alcuni studi condotti su animali, interessanti proprietà dimagranti, antidiabetiche, antiossidanti e antinfiammatorie [5].
Secondo quanto pubblicato finora l’effetto antiobesità della Fucoxantina si esplicherebbe attraverso molteplici meccanismi:
- riduzione dei trigliceridi circolanti nel sangue e di quelli sintetizzati dal fegato
- riduzione della sintesi epatica di colesterolo
- regolazione a livello genico del metabolismo lipidico
- aumento del colesterolo “buono” HDL
- riduzione del colesterolo “cattivo” LDL
- riduzione dell’accumulo di grassi attraverso l’inibizione di un particolare enzima, il GPDH (glocerolo-3-fosfato deidrogenasi)
Inoltre, la Fucoxantina sembrerebbe in grado di attivare l’espressione di una particolare proteina, la termogenina o UCP-1 (uncoupling protein-1), stimolando la termogenesi – ossia la produzione di calore – nel tessuto adiposo bianco (responsabile dell’obesità) [6,8].
Nell’individuo adulto esistono due tipi di tessuto adiposo:
- quello bianco, in cui vengono immagazzinate le riserve di grasso corporeo sotto forma di trigliceridi
- quello bruno, presente in piccola quantità nel neonato e in tracce nell’individuo adulto, ricco di mitocondri (le “centrali energetiche” della cellula) e responsabile della termogenesi.
Normalmente la proteina UCP si trova espressa solo nei mitocondri del tessuto adiposo bruno e si attiva in risposta a un repentino abbassamento della temperatura (per prevenire l’ipotermia) oppure in risposta ad un eccessivo introito calorico, per dissipare l’energia in eccesso sotto forma di calore e garantire il mantenimento del peso corporeo.
Il tessuto adiposo bruno, per ragioni non ancora chiarite, non è attivo allo stesso modo in tutte le persone: pertanto, è ragionevole supporre che laddove il tessuto bruno sia scarsamente espresso, esso possa costituire uno dei fattori predisponenti l’obesità.
Tornando alla Fucoxantina, questa molecola sembrerebbe in grado di stimolare l’azione della termogenina anche nel tessuto adiposo bianco, favorendo dunque il metabolismo lipidico e la produzione di calore, con conseguente perdita di massa grassa – in particolare nella zona renale e addominale.
Alcuni studi hanno messo in luce un’altra possibile proprietà della Fucoxantina, ossia la capacità di ridurre quel fenomeno noto come resistenza alla leptina, responsabile dell’alterato meccanismo di regolazione della fame. La leptina è un ormone prodotto dal tessuto adiposo bianco ed è preposta essenzialmente alla termogenesi e alla regolazione dell’accumulo di riserve di adipociti (le cellule del tessuto adiposo): quando le riserve lipidiche sono adeguate, le cellule adipose aumentano la produzione di leptina, la quale a sua volta comunica il messaggio al sistema nervoso centrale e segnala che è necessario ridurre l’introito di cibo; viceversa, quando le scorte scarseggiano, la diminuzione di leptina rappresenta un segnale di richiesta di cibo per sostenere la richiesta energetica dell’organismo.
Nei soggetti obesi sembra che, tra gli altri, questo meccanismo risulti alterato: si genera di conseguenza una sorta di insensibilità alla presenza della leptina e un’alterazione del senso di sazietà.
Appare quindi evidente l’importanza di ripristinare questo meccanismo, laddove compromesso, in modo da contrastare l’obesità e riportare alla normalità i segnali fisiologici di stimolo alla fame e sazietà: se l’azione della Fucoxantina fosse confermata, ne risulterebbe un approccio estremamente importante e promettente nella lotta al sovrappeso.
Si tratta, come già anticipato, di studi effettuati su animali: i risultati sono interessanti ma manca la conferma sull’uomo prima di poter affermare con sicurezza l’efficacia della Fucoxantina e definire il dosaggio efficace e sicuro.
Al momento, nell’unico studio che abbiamo trovato in letteratura sugli effetti della Fucoxantina sull’uomo – in particolare su 151 donne obese, in menopausa – è stato somministrato un estratto di 300 mg di alga wakame (corrispondente a circa 2,4 mg di Fucoxantina), insieme a un estratto di melograno, per 16 settimane, affiancato a una dieta ipocalorica. Al termine del periodo trascorso, nel gruppo trattato con l’estratto si è registrata una significativa diminuzione di peso (circa 5 Kg), rispetto al gruppo di donne trattate con placebo, insieme ad un aumento del metabolismo basale e a un miglioramento del quadro lipidico [7].
In Kilocal Uomo l’estratto di alga è pari a 60 mg, sensibilmente inferiore a quella utilizzata nello studio sopra citato; inoltre, il prodotto è concepito per legge per un uso continuativo non superiore alle 3 settimane (salvo consenso medico al prolungamento dell’assunzione), a fronte delle 16 settimane del medesimo studio: la quantità di Fucoxantina e il tempo di utilizzo potrebbero quindi non essere sufficienti a promuovere l’effetto desiderato.
Cromo
Il cromo è un minerale essenziale per il metabolismo umano. Partecipa a numerose reazioni enzimatiche ed è coinvolto nel metabolismo di carboidrati, lipidi e proteine: riguardo i primi, in particolare, il Cromo potenzia l’attività dell’insulina e quindi contribuisce al mantenimento di bassi livelli di glucosio nel sangue.
La dose giornaliera raccomandata nell’adulto è di 30-40 microgrammi (µg) [9]: in Kilocal Uomo risulta molto superiore (200 µg), pari al 500% della dose raccomandata. Si tratta comunque di una dose presente in diversi integratori di Cromo in commercio e dunque considerata ragionevolmente sicura.
Tuttavia, poiché il Cromo compete con il Ferro nel legarsi alla transferrina (la proteina che trasporta il Ferro nel sangue), un sovradosaggio cronico di Cromo potrebbe causare anemia in soggetti predisposti.
Peraltro, è opportuno tenere presente che il Cromo è contenuto in moltissimi alimenti di consumo quotidiano, come
- carne
- cereali integrali
- frutta (mele, banane, arance)
- verdura (broccoli, taccole)
per cui, se da un lato, con una dieta sufficientemente varia, non è difficile raggiungere la quantità giornaliera raccomandata, dall’altro, le quantità presenti nel cibo si vanno a sommare a quelle presenti nell’integratore, aumentando in certa misura il rischio di sovradosaggio.
Iodio
Lo Iodio è un minerale essenziale per la crescita e lo sviluppo dell’essere umano e, in particolare, per sostenere le funzioni di una ghiandola fondamentale per il suddetto sviluppo, ossia la tiroide: grazie ad esso, infatti, la tiroide può sintetizzare i due principali ormoni – la triiodotironina (T3) e la tiroxina (T4) – con i quali esplica la propria azione in tutto l’organismo, controllando
- lo sviluppo scheletrico e cerebrale
- il metabolismo generale e la termoregolazione
- la salute di pelle e capelli
- il corretto funzionamento dell’apparato riproduttivo
Il mantenimento di adeguati livelli di iodio risulta dunque di fondamentale importanza, a tutte le età: la carenza di iodio nel primo trimestre di gravidanza può causare danni cerebrali irreversibili nel nascituro; nel bambino può causare ritardo mentale, problemi di deficit dell’attenzione, ritardo nello sviluppo fisico e sessuale; nell’adulto può andare da sintomi lievi o di media entità (stanchezza eccessiva, aumento di peso, rallentamento generale del metabolismo, indebolimento di unghie e capelli) all’ingrossamento della ghiandola tiroidea, con comparsa del caratteristico gozzo, e successivo peggioramento dei sintomi, fino al rischio di sviluppo di cancro alla tiroide.
Per contro, un eccesso di iodio può risultare altrettanto pericoloso, causando insonnia, agitazione, ansia, tachicardia, dimagrimento repentino nonostante l’aumento di appetito.
Si tratta, in entrambi i casi, di situazioni di squilibrio estreme ma non così rare ed è importante tenerne conto, soprattutto in caso di assunzione di integratori che contengano iodio. In caso di squilibri tiroidei – diagnosticati o in fase di indagine – resta assolutamente sconsigliata la supplementazione di Iodio, perché potrebbe causare un aggravamento dei sintomi, in assenza di una diagnosi corretta, o interferire in caso di terapia farmacologica in atto.
In tutti gli altri casi occorre comunque prestare molta attenzione, alla luce del fatto che l’equilibrio della funzione tiroidea è estremamente delicato e una volta perturbato potrebbe non essere così immediato tornare alla situazione di partenza. Kilocal Uomo contiene 150 microgrammi di iodio per dose giornaliera, pari al 100% della dose raccomandata dalle Linee Guida LARN: occorre dunque prestare attenzione alla quantità eventualmente assunta con la dieta, che andrebbe a sommarsi a quella contenuta nell’integratore, causando un sovradosaggio che potrebbe risultare pericoloso, specialmente in individui con predisposizione a patologie tiroidee.
A tal proposito, ricordiamo che le principali fonti alimentari di Iodio risultano essere
- sale marino iodato
- pesce e molluschi
- carne e uova
- alghe brune (fucus, kelp, kombu, wakame)
- legumi
- verdura
Di queste fonti, quella a maggior biodisponibilità risulta il sale marino iodato, ossia arricchito in sali di Iodio – consigliato anche dall’OMS come fonte preferenziale per prevenire eventuali carenze. I prodotti ittici costituiscono una buona fonte del minerale, mentre il contenuto di Iodio in carne e uova può essere molto variabile – e in generale scarso, a causa dell’impoverimento del terreno da cui gli animali traggono nutrimento.
Un’altra fonte particolarmente ricca è costituita dalle alghe, soprattutto dalla kombu.
Una volta assunto, sia con alimenti che con integratori, lo Iodio viene rapidamente assorbito nell’intestino tenue e da qui distribuito, tramite la circolazione sanguigna, a una serie di tessuti – primo fra tutti la tiroide, ove confluisce circa l’80% dello Iodio circolante. Gli altri destinatari dello Iodio sono le ghiandole salivari, gastriche e mammarie (queste ultime solo durante gravidanza e allattamento).
L’assorbimento e lo stoccaggio dello Iodio vengono regolati dall’ormone tiroideo TSH: quando il pool è sufficiente al fabbisogno dell’organismo, l’eccesso del minerale viene di norma eliminato attraverso le urine.
Il fabbisogno giornaliero medio di Iodio in un individuo adulto è di circa 150 microgrammi; la tossicità da assunzione eccessiva si manifesta a dosi uguali o maggiori ai 2 mg giornalieri (ma secondo alcuni autori già a 500-600 microgrammi, a seconda della sensibilità individuale). Oltre al rischio di induzione di iper- (ma anche da ipo-) tiroidismo, in caso di assunzione eccessiva di Iodio si possono manifestare disturbi quali
- nausea
- dolore addominale
- disturbi gastrointestinali
- vomito
- diarrea
- disturbi cardiaci
In ragione dell’azione tiroidea sul controllo del metabolismo e sulla termoregolazione, la supplementazione di Iodio è stata ed è tuttora uno dei cavalli di battaglia dei prodotti dimagranti – e in tale veste lo troviamo anche nel Kilocal uomo. Sulla pericolosità di un’assunzione eccessiva cronica di tale minerale – e dei conseguenti possibili squilibri della tiroide – ci siamo già espressi. In aggiunta a ciò, è bene ricordare che Kilocal uomo contiene anche un estratto di alga, che rappresenta un’altra potenziale fonte di iodio (anche se sulla confezione non è riportata la quantità).
Resta valida la raccomandazione di informare il proprio medico curante in caso di assunzione di integratori a base di Iodio e valutare con lui la possibilità di un monitoraggio periodico della funzionalità tiroidea [12,13].
L-Arginina
Isolata per la prima volta nel 1889 dai semi di Lupino, l’Arginina è un amminoacido cosiddetto “condizionatamente essenziale”: il nostro corpo è in grado di sintetizzarlo (nei reni e, in misura minore, nel fegato), ma qualora aumentasse il fabbisogno (per esempio in alcune situazioni patologiche come traumi e ustioni) e l’organismo non riuscisse a produrne abbastanza, sarebbe necessario integrarlo, poiché la presenza dell’Arginina è di fondamentale importanza per il mantenimento della salute del corpo.
La L- Arginina (L sta per “levogiro” e indica l’orientazione della molecola nello spazio) è infatti coinvolta in numerose e importanti reazioni metaboliche e responsabile di una serie di effetti, tra cui
- il metabolismo dei macronutrienti: è coinvolta nella sintesi del glucosio e delle proteine
- l’immunità cellulo-mediata, tramite l’attivazione di macrofagi, linfociti e anticorpi
- l’equilibrio ormonale: partecipa al rilascio di ormoni quali insulina, glucagone, prolattina, aldosterone e somatostatina
- la detossificazione del corpo: l’Arginina è un componente essenziale del ciclo dell’urea, attraverso il quale l’organismo viene ripulito dai residui tossici di ammoniaca, che si generano come prodotti di scarto delle reazioni metaboliche
- la funzionalità muscolare, nervosa e riproduttiva: L’Arginina è essenziale per la sintesi della Creatina, la quale riveste un ruolo fondamentale nel metabolismo energetico di muscoli, nervi, testicoli
- il benessere cardiovascolare: la L-Arginina è convertita in monossido d’azoto (NO), il più potente vasodilatatore endogeno e regolatore dell’angiogenesi (ossia la formazione di nuovi vasi sanguigni per il nutrimento di organi e tessuti)
- la crescita e differenziazione dei tessuti (compreso quello nervoso): la L-Arginina è convertita in L-Ornitina e successivamente in poliammine (putrescina, spermidina e spermina), essenziali per la proliferazione e differenziazione cellulare
Le principali fonti alimentari di L-Arginina sono:
- carne, pesce, pollame
- latte e latticini
- noci e semi
- orzo, grano saraceno, riso integrale, avena, mais
- uvetta
- cioccolato
- soia
Mediamente, un individuo adulto con alimentazione tipica occidentale, assume giornalmente dai 3 ai 6 g di L-Arginina.
In aggiunta all’assunzione con gli alimenti e in caso di fabbisogno, la L-Arginina può essere assunta tramite integratori.
L’integrazione di L-Arginina è stata oggetto di numerosi studi per le più svariate applicazioni: problemi cardiovascolari, ipertensione, angina pectoris, problemi circolatori, disfunzione erettile, coadiuvante alla chemioterapia, stimolazione immunitaria, aumento del metabolismo basale e via dicendo.
In Kilocal Uomo è inserita allo scopo, secondo quanto riportato dal produttore, di sostenere il tono muscolare: in effetti, essendo precursore del monossido d’azoto, un potente vasodilatatore, la L-Arginina è stata spesso proposta come integratore per gli sportivi, per aumentare l’afflusso di sangue ai muscoli e quindi migliorare le performance durante l’esercizio fisico.
Tuttavia, gli studi effettuati finora non hanno dato esito positivo in merito a questa particolare applicazione.
A titolo d’esempio, è stato recentemente pubblicato uno studio condotto in doppio cieco, contro placebo, per verificare l’effetto della supplementazione di L-Arginina sulla performance fisica di 12 uomini, allenati e in buona salute. I soggetti sono stati divisi casualmente in due gruppi: a uno sono stati somministrati 6 g di L-Arginina 60 minuti prima dell’esercizio fisico, all’altro un placebo. Dalle analisi del sangue effettuate prima e dopo l’allenamento non sono emerse differenze tra i due gruppi in termini di livelli di monossido d’azoto.
Lo studio è stato effettuato su pochi individui, è vero, ma conferma quanto emerso in a altri studi precedenti: la supplementazione di L-Arginina, anche laddove si sia registrato un aumento dell’afflusso sanguigno ai muscoli, non sembra avere effetto significativo sulla performance fisica.
[1,10-13]
In aggiunta a quanto sopra descritto, facciamo notare che il contenuto di L-Arginina in Kilocal Uomo è di soli 100 mg, ben al di sotto delle dosi utilizzate negli studi citati – e ampiamente al di sotto di quella che risulta essere l’assunzione media quotidiana attraverso gli alimenti (3-6 g).
Per quanto riguarda la sicurezza d’uso, la L-Arginina è considerata ragionevolmente sicura alle dosi normalmente somministrate. Normalmente si consiglia l’integrazione con 1,5 – 6 g di arginina, distribuiti in 2-3 dosi giornaliere.
Occasionalmente possono verificarsi disturbi gastrointestinali, quali
- diarrea
- dolore e gonfiore addominale
- gotta, per via dell’aumento di concentrazione dell’acido urico, derivante dal metabolismo delle proteine.
A causa della vasodilatazione indotta dalla L-Arginina, potrebbero verificarsi abbassamenti della pressione in soggetti predisposti [1].
L-Taurina
Isolata per la prima volta nel 1927 dalla bile di un toro, la Taurina – al pari dell’Arginina – è un amminoacido cosiddetto “condizionatamente essenziale”: a differenza degli amminoacidi essenziali, che dobbiamo introdurre con la dieta, il nostro corpo è in grado di sintetizzare la Taurina nel fegato, a partire da Metionina e Cisteina. Esistono comunque fonti alimentari di questo amminoacido, tutte però di origine animale:
- carne
- pesce (soprattutto frutti di mare)
- uova
- latte e latticini
La Taurina è infatti assente nei vegetali (tuttavia ad oggi non esistono evidenze della necessità di una sua integrazione in caso di regimi vegani).
L’assunzione media quotidiana, con una dieta tipica occidentale, risulta pari a 40 – 400 mg.
A livello fisiologico la taurina svolge numerose funzioni essenziali:
- è indispensabile per la sintesi degli acidi biliari – e quindi per il processo digestivo
- svolge un ruolo protettivo, insieme allo Zinco, per il benessere della vista
- interviene in numerose reazioni metaboliche nel tessuto nervoso, cardiaco e muscolare
- partecipa all’omeostasi del Calcio (ossia all’equilibrio tra Calcio intracellulare ed extracellulare)
- regola la risposta infiammatoria e immunitaria
- interviene nel metabolismo lipidico
In caso di carenza, di malassorbimento o di aumentato fabbisogno, è necessario integrare questo amminoacido: in caso contrario possono comparire disturbi a carico del sistema nervoso centrale, del sistema cardiocircolatorio, dei muscoli, del sistema immunitario, del sistema riproduttivo e della retina.
A livello sportivo la Taurina è uno degli amminoacidi più utilizzati per aumentare le performance sportive. Nel caso di Kilocal Uomo è proposto infatti, insieme ad Arginina e Ornitina, per sostenere il tono muscolare nel processo di dimagrimento. Il razionale di questa scelta risiede nel fatto che la Taurina interviene nel metabolismo muscolare – e in particolare nel meccanismo di contrazione e rilassamento del muscolo – ed è in grado di aumentare il volume delle fibre muscolari. Sul fatto però che possa migliorare la performance sportiva, gli studi sono ancora discordanti: qualche risultato lo si è ottenuto somministrando Taurina a soggetti non allenati, ma pare che negli atleti non ci siano stati miglioramenti significativi. Una delle spiegazioni potrebbe risiedere nel fatto che i muscoli dei soggetti allenati hanno maggiori quantità di Taurina rispetto ai sedentari e quindi potrebbero essere meno sensibili all’integrazione di questo amminoacido [1,14,15].
Si tenga presente che la Taurina viene di solito somministrata al dosaggio di 500 mg – 3 g giornalieri, decisamente superiore ai 100 mg contenuti nella compressa giornaliera di Kilocal uomo.
Il dosaggio sicuro è ritenuto essere al di sotto dei 3 g giornalieri – anche se l’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza alimentare – riporta che con assunzioni fino a 6 g, per brevi periodi di tempo, non si sono registrati effetti collaterali degni di nota. Si raccomanda ad ogni modo particolare attenzione in caso di assunzione concomitante di bevande energetiche, spesso contenenti Taurina in dosi non trascurabili (3 – 4 g/L), per evitare il rischio di assunzione eccessiva [16].
I possibili effetti da sovradosaggio riguardano
- disturbi gastrointestinali
- disturbi della pressione sanguigna
- peggioramento del prurito in caso di psoriasi
Alcuni studi preliminari suggeriscono la possibilità di un’interazione della taurina con farmaci antipertensivi – e conseguente rischio di somma degli effetti e abbassamento eccessivo della pressione sanguigna
L-Ornitina
L’Ornitina è un amminoacido non essenziale, che viene prodotto all’interno del corpo dal metabolismo della L-Arginina, durante il processo di detossificazione dell’organismo noto come “ciclo dell’urea” (vedi paragrafo L-Arginina), che consente di eliminare i residui di ammoniaca, il cui accumulo risulterebbe pericoloso per la salute.
Da diversi anni l’Ornitina viene comunemente utilizzata, insieme ad Arginina e Taurina, negli integratori alimentari mirati all’aumento della performance sportiva – specialmente dai bodybuilders, per aumentare la massa muscolare – soprattutto per il suo presunto ruolo antifatica. Gli studi sperimentali condotti finora, tuttavia, sono ancora poco conclusivi riguardo questo particolare utilizzo [19].
La somministrazione combinata di Ornitina e Arginina (1 g di ognuna, una volta al giorno) per un arco temporale di un mese ha dato alcuni risultati positivi in termini di aumento di massa magra e forza muscolare in alcuni atleti specializzati in sollevamento pesi. L’esperimento – randomizzato e in doppio cieco contro placebo – è stato condotto su 8 individui, un numero davvero troppo esiguo per poter trarre conclusioni di carattere generale [17].
In un altro studio, condotto in doppio cieco su 17 volontari, la somministrazione di Ornitina per 7 giorni consecutivi (1 g due volte al giorno) prima di una prova sotto sforzo, è sembrata avere un certo effetto positivo sui tempi di recupero dopo la performance atletica [18].
Si tratta evidentemente di studi limitati a un numero troppo esiguo di persone e per un periodo molto limitato nel tempo: ulteriori approfondimenti sono necessari per poter asserire l’utilità o meno dell’integrazione con ornitina in ambito sportivo.
Per quanto riguarda il prodotto in esame, resta la stessa perplessità già riportata per Arginina e Taurina: negli studi clinici il dosaggio utilizzato risulta molto più alto di quello presente in Kilocal uomo, pari a 100 mg.
Non sono noti effetti collaterali indesiderati legati all’uso di Ornitina – tuttavia, gli studi effettuati finora non sono da considerarsi esaustivi.
Banaba
La Banaba (Lagerstroemia speciosa) è un albero originario del sud est asiatico (Filippine, India, Taiwan), utilizzato nella medicina tradizionale come ipoglicemizzante e antiobesità. Dagli studi scientifici pubblicati finora -in vitro, in vivo e sull’uomo- pare che l’effetto ipoglicemizzante sia dovuto ad un particolare componente della pianta, l’acido corosolico, il quale, con meccanismo simile a quello dell’insulina, favorisce l’utilizzo del glucosio da parte delle cellule umane, riducendone di conseguenza la quantità in circolo. Inoltre, lo stesso acido corosolico sembrerebbe avere effetto anche sulla riduzione dei trigliceridi e quindi sul metabolismo lipidico [20].
È stato pubblicato un interessante studio pilota che ha coinvolto 30 soggetti cui è stata somministrata una combinazione di tè verde, Moringa oleifera e Banaba, con vitamina D per 2 mesi: al termine dello studio, si è evidenziata una riduzione della massa grassa e un aumento della massa magra [21]. Si tratta di uno studio condotto su un numero molto limitato di individui e che richiede pertanto ulteriori conferme, ma i risultati sono senza dubbio interessanti.
Gli studi condotti sinora non hanno evidenziato effetti collaterali avversi riguardo l’utilizzo dell’acido corosolico tal quale o dell’estratto secco di Banaba [20]. Sono necessari tuttavia studi più approfonditi per determinare il livello massimo di assunzione giornaliera: si raccomanda pertanto di non superare il dosaggio suggerito dal produttore.
Finocchio
Il Finocchio (Foeniculum vulgare) è una pianta perenne appartenente al genere delle Apiaceae Umbrelliferae e originaria delle regioni mediterranee (anche se ormai diffuso anche in Europa, Asia e Nord America)
È utilizzato da secoli nella medicina tradizionale, sia europea che indiana che cinese. Nell’antica Grecia gli atleti lo utilizzavano come energizzante, mentre gli antichi Romani per i disturbi della vista; fino al XIX secolo fu inoltre utilizzato per il trattamento di patologie anche gravi, quali vaiolo e malaria.
La medicina tradizionale ne riporta innumerevoli effetti, prevalentemente riguardanti l’apparato gastrointestinale e urinario: il finocchio è infatti comunemente utilizzato come
- digestivo
- carminativo (evita la formazione di gas intestinale)
- diuretico e depurativo
- antidiarroico
In aggiunta a ciò, è spesso consigliato come galattogogo, per stimolare quantità e qualità del latte prodotto dalle donne in allattamento, e per rinfrescare l’alito (soprattutto dopo ingestione di aglio e cipolla).
In Kilocal uomo l’estratto di finocchio è utilizzato per sostenere la funzionalità del sistema digerente.
Non sono note controindicazioni: il finocchio e i suoi estratti hanno una lunga tradizione di utilizzo alle spalle, senza segnalazioni di effetti collaterali degni di nota [22,23].
Cassia
Con il termine Cassia si intende una famiglia di piante appartenente al genere delle Fabaceae (Leguminose). Nel presente preparato è utilizzata la Cassia Fistula, nota per l’azione lassativa e regolatrice intestinale.
Rispetto alla cassia Augustifolia (nota anche come Senna), la Cassia fistula possiede un’azione lassativa più blanda e tollerabile, tanto da poter essere utilizzata con un buon margine di sicurezza anche in bambini, convalescenti, anziani e donne in gravidanza [14].
Si ricorda che l’uso prolungato di qualsiasi lassativo non è mai consigliabile, poiché alla lunga potrebbe risultare peggiorativo sulla funzione intestinale, che invece deve essere mantenuta quanto più possibile autonoma.
Frangula
La Frangula (o Frangola) è una pianta appartenente alla famiglia delle Ramnaceae, originaria di Europa e Asia. La corteccia è ricca di glicosidi antrachinonici (gli stessi presenti anche nella Senna), sostanze dalla ben nota azione lassativa e stimolante sulla peristalsi intestinale: gli antrachinoni transitano pressoché inalterati attraverso lo stomaco e il primo tratto dell’intestino (tenue), mentre a livello dell’intestino crasso vengono metabolizzati dalla flora batterica e trasformati in antroni, molecole responsabili dell’azione lassativa.
La Frangula possiede anche azione colagoga, ossia di stimolo della produzione e della secrezione della bile, attraverso la stimolazione contrattile della cistifellea.
Le proprietà lassative della Frangula sono spesso utilizzate per preparare i pazienti a esami diagnostici (colonscopia) interventi chirurgici sull’intestino
Come tutti i lassativi, l’utilizzo prolungato può provocare diarrea o dolori intestinali, insieme a nausea e vomito.
L’utilizzo della frangula è sconsigliato in gravidanza e allattamento, nei bambini di età inferiore ai 12 anni e qualora siano presenti situazioni infiammatorie a carico dell’intestino (compresi diverticolite e occlusioni intestinali) [15,16].
Tamarindo
Il Tamarindo (Tamarindus Indica L.) è un albero da frutto tropicale, appartenente alla famiglia delle Fabaceae (Leguminose), originario di India e Africa orientale. Il nome deriva da una parola araba che significa “dattero indiano”, per via della somiglianza con il comune dattero (polpa marrone e semi duri).
Ricco di vitamine e minerali, possiede una spiccata azione antiossidante, grazie alla presenza di acido tartarico.
La polpa è ricca di mucillagini, acidi organici (citrico, malico, succinico, tartarico) e pectine e per questo spesso utilizzata per l’azione lassativa. Con la polpa si ottiene una marmellata utilizzabile anche dai bambini e dalle donne in gravidanza come regolatore intestinale.
Il Tamarindo è utilizzato nella medicina tradizionale di molti paesi quali India, Africa, Pakistan, Bangladesh, Nigeria, e paesi tropicali in generale per molteplici scopi: dolori addominali, diarrea e dissenteria, infezioni fungine, cura delle ferite, malaria, febbre, costipazione, gonorrea, disturbi oculari. Per via della ricchezza di sostanze attive (minerali, vitamine, acidi organici, pectine, amminoacidi, acidi grassi polinsaturi) è stato oggetto di studio come potenziale sostegno per l’attività antidiabetica, antimicrobica, antiossidante, antimalarica ed epatoprotettiva -solo per citarne alcune. Si tratta di studi preliminari – alcuni solo in vitro – ma promettenti per le possibili applicazioni terapeutiche.
Il tamarindo può interferire con l’assunzione di alcuni farmaci: in caso di terapia con aspirina, per esempio, si tenga presente che il tamarindo ne aumenta la biodisponibilità e quindi l’effetto.
In caso di terapia farmacologica in atto, di qualsiasi tipo, si raccomanda di consultare il proprio medico curante e informarlo sugli ingredienti del prodotto in esame prima di assumerlo [14,17].
Avvertenze e precauzioni per l’uso
Per via del contenuto di erbe ad azione lassativa, il prodotto è proponibile – come riportato dallo stesso produttore – qualora sia necessario un sostegno alla funzionalità intestinale. In caso contrario si potrebbero manifestare facilmente episodi di diarrea.
Kilocal uomo non è concepito per un uso continuativo superiore alle 3 settimane, salvo nulla osta del medico sul prolungamento dell’assunzione.
Il prodotto non va somministrato ai bambini.
Si raccomanda precauzione in caso di patologie a carico del metabolismo e di eventuale terapia farmacologica in atto, con cui l’integratore potrebbe interferire. Prestare particolare attenzione in caso di
- patologie a carico della tiroide, per via della presenza di iodio nel preparato
- patologie a carico dell’intestino, per via della presenza delle erbe ad azione lassativa
Ricordiamo, come sottolinea lo stesso produttore, che nessun integratore funziona se non associato a una dieta equilibrata e all’attività fisica: se non si cambiano le abitudini alimentari e lo stile di vita, il rischio è quello, una volta terminata l’assunzione del prodotto, di ritornare alle condizioni di partenza.
A cura della dott.ssa Sonja Bellomi, PhD in Scienza delle Sostanze Bioattive
Fonti e bibliografia
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- Piante officinali e aromatiche – Dipartim. Agricolt. E Alimentaz, pronvincia autonoma di Trento
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Per curiosità, contiene gli stessi ingredienti degli integratori dello stesso tipo per donne. Sono uguali o ce n’è una quantità maggiore? Perché costa più di altri concorrenti, quindi se sono simili cercherei di risparmiare…
È difficile generalizzare, ma le confermo che la distinzione uomo/donna è puramente marketing nel 99% dei prodotti dimagranti (fanno eccezione, ovviamente, ad esempio quelli per la menopausa), quindi se individua altri integratori in offerta, anche se pubblicizzati per le donne non hanno in genere controindicazioni per l’uomo.
Composizione
Principio attivo | Quantità |
---|---|
Tè verde1 | 150 mg |
Frangola2 | 120 mg |
L-Arginina | 100 mg |
L-Ornitina | 100 mg |
L-Taurina | 100 mg |
Tamarindo3 | 100 mg |
Finocchio4 | 90 mg |
Cassia fistula | 60 mg |
Alga Wakame5 | 60 mg |
Fucoxantina | 6 mg |
Banaba6 | 24 mg |
Cromo | 200 mg |
Iodio | 150 mg |
- Tè verde, anche conosciuto/a come Camellia sinensis (L.) Kuntze
- Frangola, anche conosciuto/a come Rhamnus frangula, Frangula alnus Mill.
- Tamarindo, anche conosciuto/a come Tamarindus indica L.
- Finocchio, anche conosciuto/a come Foeniculum vulgare Mill.
- Alga Wakame, anche conosciuto/a come Undaria pinnatifida (Harvey) Suringar
- Banaba, anche conosciuto/a come Lagerstroemia speciosa (L.) Pers.
Controindicazioni e avvertenze
- Non superare la dose giornaliera consigliata dal produttore.
- Gli integratori non vanno intesi come sostituti di una dieta variata ed equilibrata ed uno stile di vita sano.
- Per un utilizzo prolungato rivolgersi preventivamente al proprio medico.
- Conservare il prodotto in un luogo fresco ed asciutto, al riparo dalla luce e dalle fonti di calore localizzate, dai raggi solari e dall’umidità.
- Non utilizzare oltre la data di scadenza.
Efficacia e alternative
Kilocal Uomo è una formulazione particolarmente ricca di principi attivi; se dal punto di vista della perdita di peso poggia sugli stessi fitoestratti usati anche nella formulazione dei prodotti femminili (o fondamentalmente unisex), la referenza è caratterizzata dall’aggiunta di ingredienti che sono piuttosto conosciuti dal pubblico maschile, come ad esempio l’arginina (spesso presente negli integratori prescritti per il trattamento della disfunzione erettile) e la taurina (che abbiamo imparato a conoscere in virtù della martellante campagna pubblicitaria di una nota bibita energetica).
Funziona? Difficile dirlo, soprattutto è difficile prevedere quanto funzioni.
È indispensabile? No, come TUTTI gli integratori per dimagrire non è indispensabile e può essere efficacemente sostituito da una sana alimentazione e dalla pratica regolare, anche se magari limitata, di attività fisica.
Come descritto nella recensione, si raccomanda cautela nel caso di pazienti:
- con disturbi intestinali legati alla frequente comparsa di diarrea (colon irritabile, Crohn, …),
- in terapia con antidiabetici, antipertensivi (pressione alta) e anticoagulanti,
- con diagnosticati o possibili disturbi alla tiroide.
Roberto Gindro, laureato in farmacia, PhD
Valutazioni di efficacia basate principalmente sul Natural Medicines Therapeutic Research Center
- Alga Wakame
- Si consiglia di abituarsi ad introdurre l’alga in forma di alimenti, per beneficiare delle sue proprietà in modo più naturale e dimostrato.
- Banaba
- Un regolare consumo di fibra alimentare, associata ad una dieta sana e varia, permette di ottenere un efficace modulazione dell’assorbimento dei carboidrati.
- Cassia fistula
- Nella maggior parte dei pazienti uno stile di vita attivo (che preveda regolare attività fisica), unito ad una dieta ricca di frutta e verdura ed abbondante idratazione è sufficiente a prevenire l’insorgenza di stitichezza.
- Cromo
- La carne e i prodotti integrali, nonché alcuni tipi di frutta, verdura e spezie, sono fonti relativamente buone del minerale.
- L’utilizzo in integratori volti al controllo del peso corporeo non è supportato da una solida letteratura.
- Finocchio
- Al finocchio vengono ascritte numerose proprietà, ma le prove scientifiche a supporto sono nella migliore delle ipotesi limitate (che non significa necessariamente che non siano reali, ma rimangono da dimostrare).
- Ovviamente auspicabile invece un periodico consumo nell’alimentazione.
- Frangola
- Salvo eccezioni (pazienti allettati, preparazioni ad esami, …) una fisiologica funzionalità intestinale può essere raggiunta e sostenuta attraverso un corretto stile di vita (attività fisica, consumo di frutta e verdura, bere molto, riduzione dello stress, corrette abitudini evacuative, …).
- Fucoxantina
- Non essendoci reali prove di efficacia, la pratica di regolare attività fisica e l’adesione ad un regime alimentare sano ed equilibrato appiano come le alternative maggiormente auspicabili.
- Iodio
- Lo iodio è una molecola indispensabile all’organismo ed alla tiroide in particolare, che quindi dobbiamo fornirgli con costanza e regolarità; gli alimenti che ne sono più ricchi sono sale marino iodato, pesce e molluschi, carne e uova, alghe brune (fucus,kelp, kombu, wakame).
- L-Arginina
- Gli che poggiano su basi scientifiche più solide sono fondamentalmente quelli in cui viene sfruttato l’effetto vasodilatatore della sostanza, come ad esempio angina, pressione alta e disfunzione erettile.
- Le principali fonti alimentari di L-Arginina sono:
- carne, pesce, pollame
- latte e latticini
- noci e semi
- orzo, grano saraceno, riso integrale, avena, mais
- uvetta
- cioccolato
- soia
- Quando viene usata a scopo vasodilatatore, esiste un’eccezionale alternativa alimentare, rappresentata dalla barbabietola rossa; seppure attraverso molecole diverse, anche in questo caso l’effetto è rilevante e significativo.
- L-Ornitina
- L’ornitina è un aminoacido non essenziale, ossia in grado di essere sintetizzato al bisogno dall’organismo.
- Principalmente usato in ambito sportivo per aumentare la performance, esiste qualche evidenza di efficacia anche se non è del tutto chiarito il possibile meccanismo d’azione.
- Non sono disponibili evidenze in merito a supposti effetti legati al sovrappeso e all’obesità.
- L-Taurina
- La taurina è naturalmente presente in carne e pesce, ma non essendo un aminoacido essenziale l’organismo è comunque in grado di sintetizzarlo autonomamente. Non esistono ad oggi evidenze certe di una sua utilità in forma d’integrazione.
- Tamarindo
- Viene in genere utilizzato per la sua azione lassativa, ma va ricordato che uno stile di vita attivo e una dieta ricca di frutta e verdura sono in genere sufficienti a prevenire e trattare eventuali episodi di stitichezza.
- Tè verde
- La naturale alternativa all’integrazione è rappresentata dal consumo regolare di the verde in forma di bevanda; si noti peraltro che, anche se meno studiato, anche altre varietà di the rappresentano fonti eccellenti e talvolta anche migliori di antiossidanti (come ad esempio il the bianco).
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