Introduzione
Lo Zinco è il più abbondante oligoelemento presente all’interno delle cellule umane, ove agisce come catalizzatore di centinaia di reazioni biochimiche: in parole semplici, è una sorta di facilitatore per l’innesco di tali reazioni. Si stima che nel corpo umano lo Zinco partecipi all’azione di almeno 60 enzimi diversi, con funzione catalitica, strutturale o di modulazione.
Lo Zinco appartiene alla classe dei cosiddetti nutrienti di tipo II, considerati i mattoni essenziali per la costruzione di nuove cellule e tessuti – alla stessa classe appartengono gli amminoacidi essenziali e minerali quali Magnesio, Potassio, Fosforo, Zolfo.
Il corpo umano contiene circa 2 g di Zinco, distribuito in tutti gli organi e tessuti; per il 95% questo minerale si trova all’interno delle cellule. La più elevata concentrazione di Zinco si trova nelle ossa, nel fegato, nei reni, nella prostata e nei muscoli (ossa e muscolatura ne contengono l’85% del totale).
A cosa serve
Lo Zinco interviene come cofattore enzimatico essenziale in innumerevoli reazioni biochimiche all’interno del corpo, che riguardano
- il metabolismo di carboidrati, proteine e lipidi e la conseguente produzione di energia
- la sintesi del DNA
- il metabolismo osseo
- la formazione e il mantenimento dell’integrità dei tessuti
- la difesa dai danni dell’ossidazione a livello cellulare
- l’efficienza del sistema immunitario
- il buon funzionamento del sistema nervoso – lo Zinco, in particolare, è coinvolto nella regolazione della dopamina e della serotonina
- la produzione e maturazione degli spermatozoi e l’ovulazione – lo Zinco riveste dunque un ruolo importante per la fertilità sia maschile che femminile
Lo Zinco è inoltre importante per il funzionamento di diversi ormoni, tra cui l’insulina, l’ormone della crescita e gli ormoni sessuali (estrogeni e progesterone)
Fondamentale è la presenza di Zinco per lo sviluppo nelle prime fasi della vita, dall’embrione al neonato; lo Zinco è inoltre un nutriente chiave durante l’allattamento.
Dove si trova
Lo Zinco in natura si trova in diversi alimenti:
- Pesce e frutti di mare (ostriche)
- Carne rossa
- Uova
- Cereali integrali
- Legumi
- Frutta secca (arachidi)
- Lievito di birra
- Cacao amaro
Un’alimentazione varia e bilanciata assicura un apporto giornaliero di Zinco compreso tra 6 e 15 mg – anche se solo la metà dell’apporto nutrizionale viene effettivamente assorbita. Ci sono diversi fattori che possono influenzare l’assorbimento di Zinco, sia positivamente che negativamente:
- i fitati, antinutrienti presenti soprattutto nei legumi (eliminabili con l’ammollo o con la germinazione), formano legami forti e insolubili con lo Zinco, ostacolandone l’assorbimento;
- il Calcio si comporta come antagonista dello Zinco e compete con esso nella fase di assorbimento a livello intestinale
- le proteine da fonti animali, per contro, ne facilitano l’assorbimento – di fatto, come per il Ferro, lo Zinco è più facilmente assimilabile da alimenti di origine animale
A questo proposito è tuttavia interessante notare che l’organismo umano dimostra una straordinaria capacità di adattamento, in questo caso relativa alla quantità di zinco abitualmente assunto con la dieta e bel illustrato nel seguente video:
La quantità giornaliera di Zinco raccomandata dalle linee guida di riferimento è di 9 mg per gli uomini e 12 mg per le donne (11 mg in gravidanza e 12 mg se in allattamento)..
Carenza di Zinco – cause e sintomi
La carenza di Zinco può essere dovuta a problemi di origine alimentare (scarso apporto, malnutrizione, alcolismo), a problemi di assorbimento (eccessiva presenza di fitati o calcio nell’alimentazione), ad aumentato fabbisogno (gravidanza e allattamento, crescita, infezioni in corso), a perdita eccessiva (per uso di farmaci antipertensivi diuretici) oppure a patologie concomitanti (morbo di Crohn, diabete, malattie epatiche, malattie infiammatorie, diarrea cronica). Poiché lo Zinco è presente soprattutto a livello intracellulare, è difficile diagnosticarne la carenza tramite un comune esame del sangue. Ci si deve basare quindi sui sintomi e su un’attenta analisi delle abitudini alimentari e di eventuali patologie in atto.
I sintomi più comuni della carenza di Zinco sono
- Rallentamento della crescita e dello sviluppo nei bambini
- Alterazione dell’appetito, fino all’anoressia
- Problemi del metabolismo
- Alopecia
- Dermatiti
- Impotenza e problemi di fertilità
- Problemi mestruali
- Diarrea cronica
- Deficit immunitario, con aumentata suscettibilità a infezioni batteriche, virali e fungine
- Difficoltà di guarigione delle ferite, per diminuita sintesi del collagene
- Alterazioni cognitive e comportamentali (stanchezza mentale, depressione)
Eccesso di Zinco
L’eccesso di Zinco è una condizione certamente più rara rispetto alla carenza: tuttavia, in caso di assunzione eccessiva di integratori contenenti Zinco o di cibi fortificati con questo minerale si può manifestare tossicità. I sintomi più comuni sono:
- Nausea, vomito, diarrea
- Anemia
- Depressione
- Affaticamento e, nei casi più gravi, letargia
- Carenza di rame, ferro e manganese, per interferenza col loro assorbimento
- Danni epatici o renali
Effetti terapeutici, proprietà e benefici
L’integrazione con Zinco viene di norma prescritta in caso di carenza, ma numerosi studi suggeriscono la possibilità di utilizzare lo Zinco anche a scopo terapeutico in svariate patologie. Di seguito riportiamo brevemente quelle per cui il trattamento con Zinco ha prodotto i risultati più interessanti e promettenti
Raffreddore comune
Un buon numero di studi scientifici sembra confermare l’effetto positivo della somministrazione di Zinco in termini di riduzione della durata e della gravità dei sintomi del raffreddore.
Secondo alcuni di questi studi, la somministrazione di Zinco come spray ad azione locale, inoltre, impedirebbe l’attecchimento del rinovirus (il virus responsabile di circa la metà dei casi di raffreddore comune) alle mucose nasali, bloccando di fatto l’infezione virale.
Secondo altri studi, tuttavia, l’insorgenza di effetti collaterali, quali nausea e sapore amaro, limiterebbe di fatto la possibilità di utilizzo dei prodotti a base di Zinco.
[3,5]
Diarrea
Nei paesi in via di sviluppo la diarrea provoca circa 500 mila vittime tra i bambini ogni anno. L’integrazione con Zinco si è dimostrata efficace nel ridurre entità e durata della diarrea acuta o cronica nei bambini malnutriti; parimenti, l’integrazione può ridurre la necessità di ospedalizzazione e perfino la mortalità. Per questa ragione l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda la somministrazione di 20 g Zinco in caso di diarrea nei bambini per almeno 10-14 giorni consecutivi (10 g se di età inferiore ai 6 mesi) [3,6,7].
Acne
Il deficit di Zinco potrebbe essere una delle cause del manifestarsi dell’acne giovanile, secondo quanto suggerito da alcune evidenze scientifiche.
I risultati tuttavia non sono del tutto concordi sull’efficacia dell’integrazione, sia per via orale che per via topica: accanto a risultati positivi, infatti, ve ne sono altri che non evidenziano differenze a confronto con placebo. Probabilmente lo Zinco ha effetto positivo laddove vi siano condizioni di carenza (nelle quali potrebbe effettivamente essere causa di acne e dermatiti), mentre risulterebbe inefficace in caso di valori di partenza normali.
[3,8]
Acrodermatite enteropatica
L’acrodermatite enteropatica è una malattia ereditaria autosomica che provoca difetti nel metabolismo e grave carenza di Zinco. Si manifesta con sintomi quali dermatite, alopecia, diarrea e ritardo nella crescita. La somministrazione di Zinco ha effetto positivo sulla progressione della malattia – in alcuni casi si è evidenziata addirittura una regressione della stessa.
[3,9]
Degenerazione maculare senile
La degenerazione maculare senile è una patologia legata all’invecchiamento che colpisce la macula, ossia la porzione centrale della retina; provoca sfocamento, distorsione delle immagini e riduzione della vista. Esistono alcune evidenze scientifiche sulla possibilità che l’integrazione di Zinco insieme ad antiossidanti (vitamina C, vitamina E e betacarotene) possa ridurre del 28-34% la progressione della malattia, anche se i risultati non sono ancora conclusivi.
[3,10,11]
Deficit dell’attenzione (ADHD)
Secondo alcune ricerche, molti dei soggetti affetti da ADHD sarebbero carenti di Zinco: in questi casi, la somministrazione del minerale insieme alle terapie convenzionali potrebbe avere effetto migliorativo su iperattività, impulsività e problemi di socializzazione. Anche in questo caso, tuttavia, i risultati non sono ancora conclusivi.
[3,12]
Depressione
Alcuni studi di popolazione sembrano correlare elevati livelli di assunzione alimentare di Zinco con minore incidenza della depressione; inoltre, alcuni studi evidenziano un effetto positivo della somministrazione di Zinco insieme ai tradizionali farmaci antidepressivi.
[3,13]
Diabete
Secondo alcuni studi, la somministrazione di Zinco può ridurre i livelli di glucosio a digiuno e, in associazione col Magnesio, sul rilascio di insulina e sul profilo lipidico di pazienti affetti da diabete di tipo 2; risultati interessanti sono stati ottenuti nel trattamento del diabete gestazionale (diabete in gravidanza)
[3,15,16]
Gengiviti e alitosi
Alcuni studi clinici suggeriscono che l’aggiunta di zinco a dentifrici o collutorio possa prevenire la formazione di placca e lo sviluppo di gengiviti. L’addizione di Zinco a chewing gum avrebbe effetto positivo sull’alitosi.
[3]
Herpes labialis
L’applicazione topica di preparati a base di Zinco ha prodotto buoni risultati nel trattamento dell’herpes, sia labiale che genitale, sia in termini di gravità che di durata dei sintomi – specialmente se in combinazione con Lisina, un amminoacido noto per l’azione positiva sul contenimento dell’infezione da herpes e sul manifestarsi di recidive.
[3,17]
Zinco negli integratori
Lo Zinco è generalmente presente negli integratori in ragione dei seguenti effetti:
- sostegno delle difese immunitarie
- sostegno del metabolismo basale
- potenziamento dell’azione antiossidante
- sintesi proteica (in particolare della cheratina, nei prodotti per la salute del capello)
- metabolismo di proteine, grassi e carboidrati
Si trova comunemente sotto forma di sale citrato, solfato o gluconato, spesso in associazione con altri elementi o vitamine ad azione sinergica:
- con Selenio per l’azione antiossidante
- con vitamina B6 per regolare il tono dell’umore
- con vitamina B6 e Magnesio nello ZMA, un integratore usato come anabolizzante tra i body-builders
- con vitamina C per l’azione antivirale
- con Arginina per il trattamento dell’impotenza maschile
Dosaggio ed effetti indesiderati
10 mg di Zinco assicurano l’assunzione del 100% della dose giornaliera raccomandata – dose che va a sommarsi alla quantità di minerale assunta con l’alimentazione (6-15 mg, nel caso di un’alimentazione varia e ben bilanciata).
Secondo lo U.S. Institute of Medicine la dose massima tollerabile per un adulto è pari a 40 mg giornalieri, 25 mg secondo i LARN italiani.
A dosi comprese tra 50-150 mg al dì possono manifestarsi disturbi dell’apparato gastrointestinale, da lievi a moderati.
Con quantitativi superiori ai 100-150 mg al dì, per prolungati periodi di tempo, è stata osservata interferenza con l’assorbimento di Rame (un minerale coinvolto nella produzione di globuli rossi, nel metabolismo energetico e nella protezione dall’azione ossidante dei radicali liberi) , con insorgenza di microcitosi (riduzione del volume) dei globuli rossi e neutropenia (riduzione del numero di globuli bianchi neutrofili).
Dosi superiori ai 4 g provocano tossicità grave, col manifestarsi di sintomi quali
- nausea e vomito
- diarrea
- febbre
- letargia
Interazioni con alimenti, farmaci e altri integratori
Per l’ormai nota azione competitiva con Ferro, Calcio e Rame, in caso di concomitante integrazione con tali minerali si consiglia di distanziarne l’assunzione di almeno 2 ore.
L’assunzione prolungata di farmaci diuretici può ridurre i livelli endogeni di Zinco. Valutare col proprio medico curante l’eventuale integrazione.
I farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) possono ridurre l’assorbimento dello Zinco tramite formazione di complessi a livello intestinale. In caso di terapia concomitante, si raccomanda di distanziarne l’assunzione di almeno 2 ore. Stesso discorso con gli antibiotici della classe delle tetracicline o dei chinoloni.
La co-somministrazione di Zinco e antidepressivi triciclici o inibitori del reuptake della serotonina può potenziarne in modo positivo l’effetto farmacologico.
A cura della dott.ssa Sonja Bellomi, PhD in Scienza delle Sostanze Bioattive
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