La vitamina A negli alimenti
Con il termine Vitamina A si intende una famiglia di vitamine liposolubili, comprendenti il retinolo e i suoi analoghi, simili tra di loro per struttura e per funzione biologica.
La vitamina A è presente nel cibo sia come tale che in forma di precursore – i caroteni, che vengono poi convertiti in vitamina A all’interno del corpo. I caroteni e la vitamina A sono contenuti in larga misura negli alimenti di colore giallo e rosso:
- zucca
- carote
- uova
- albicocche
Altre fonti alimentari di vitamina A (o dei suoi precursori) sono:
- fegato
- carne rossa
- pesce
- latte e latticini
La cottura può arrivare a distruggere fino al 40% della vitamina A presente nel cibo.
Una volta introdotti col cibo, retinolo e carotenoidi vengono assorbiti a livello dell’intestino tenue e trasportati tramite i chilomicroni nella linfa e quindi nel sangue. Il principale organo di stoccaggio della vitamina A è il fegato; l’eliminazione avviene tramite feci e urine.
A cosa serve
A livello fisiologico, la vitamina A è coinvolta in numerose e importanti funzioni:
- sensibilità alla luce e lubrificazione dell’occhio (la vitamina A fa parte della rodopsina, una componente della retina, responsabile della sensibilità alla luce)
- corretta crescita e sviluppo (è essenziale per la crescita embrionale e per la neurogenesi, ossia la formazione del sistema nervoso)
- mantenimento della salute di ossa e denti
- mantenimento della salute di pelle e cellule epiteliali, importanti barriere contro le infezioni
- sostegno alla funzione riproduttiva
- sostegno alla funzione immunitaria
- azione antiossidante, per attività diretta sui radicali liberi
La vitamina A presenta inoltre uno stretto legame di interdipendenza con il Ferro: quest’ultimo risulta infatti essenziale per il corretto metabolismo della vitamina A e per il mantenimento di adeguati livelli circolanti di retinolo; la vitamina A, d’altro canto, è coinvolta nella mobilizzazione del Ferro dai siti di stoccaggio per la sintesi dell’emoglobina.
A sostegno di questa interdipendenza, alcuni studi hanno mostrato come, in caso di contemporanea carenza di vitamina A e anemia, l’integrazione di vitamina A porti ad un aumento significativo dei valori di emoglobina, sideremia (ossia il Ferro circolante) e transferrina (la proteina che trasporta il Ferro)
Millenni prima della scoperta della vitamina A, nell’antico Egitto e nella Grecia antica era usanza utilizzare il fegato di animali come rimedio alla cecità notturna, sia come impacco locale sia come alimento.
La ricerca moderna sulla vitamina A ebbe inizio nel 1913, quando fu scoperta e isolata da ricercatori americani, che ne evidenziarono il ruolo su sopravvivenza e crescita degli animali in laboratorio.
Vitamina A e benefici sulla pelle
Numerosi studi clinici hanno evidenziato possibili benefici dell’uso topico della vitamina A e dei suoi derivati per il trattamento di disturbi della pelle quali acne, psoriasi, cheratodermia (ispessimento dell’epidermide, in genere su mani e piedi), danni UV-indotti, cancro cutaneo. Inoltre, l’applicazione topica di soluzioni contenenti 0,1% di retinolo può migliorare l’aspetto della pelle adulta, riducendo le rughe, e aumentare sia la resistenza al danno tissutale che la velocità di guarigione delle ferite.
Carenza di vitamina A
La carenza di vitamina A provoca:
- difficoltà nella visione notturna o in condizioni di poca luce, che se non curata in tempo può portare a cecità completa
- rallentamento della crescita e dello sviluppo del bambino
- eccessiva sensibilità alle infezioni per diminuzione della funzionalità immunitaria
- alterazione del cuoio capelluto, formazione di forfora, indebolimento dei capelli
- cheratinizzazione degli epiteli (cute e mucose dell’apparato respiratorio, gastrointestinale e urinario), con conseguente indurimento, secchezza e perdita della funzione fisiologica
- indebolimento di ossa e denti
- riduzione della fertilità
La carenza primaria di vitamina A è causata da un apporto alimentare non sufficiente. Nelle aree più povere del mondo la carenza di questa vitamina è endemica e comporta elevata incidenza di cecità e mortalità infantile: la compromissione della funzione immunitaria rende mortali anche patologie che normalmente non lo sarebbero, come la diarrea e il morbillo. Esistono inoltre evidenze scientifiche che lo stesso morbillo contribuisca a ridurre i livelli di retinolo circolanti e ne comprometta il corretto metabolismo.
Nelle aree a rischio di questo tipo di carenza, l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda la somministrazione orale di 200.000 UI (Unità Internazionali*) di vitamina A per due giorni consecutivi nei bambini che contraggono il morbillo o nei neonati a rischio, per scongiurare esiti fatali.
La carenza di vitamina A può essere anche l’effetto secondario di malattie dell’assorbimento (morbo di Chron, celiachia, fibrosi cistica) o di alterazioni della trasformazione endogena dei precursori della vitamina.
* 1 UI è l’equivalente biologico di 0,3 µg di retinolo o di 0,6 µg di β-carotene o di 1,2 µg di altri carotenoidi
Fabbisogno
Le dosi giornaliere raccomandate di vitamina A sono di 600 µg per le donne e 700 µg per gli uomini.
Effetti collaterali e controindicazioni
Poiché la vitamina A viene immagazzinata nel corpo – e non immediatamente smaltita come avviene per le vitamine idrosolubili – un suo eccesso prolungato nel tempo può comportare problemi seri e permanenti, a carico soprattutto di fegato e milza.
Situazioni di eccesso si verificano raramente in seguito ad assunzione di vitamina A con gli alimenti: più spesso questa situazione è conseguente ad un uso scorretto di integratori contenenti tale vitamina. La tossicità si manifesta con sintomi quali
- nausea e vomito
- debolezza e affaticamento
- secchezza della pelle, caduta di capelli e ciglia
- dolori articolari
- alterazioni della funzionalità epatica
Non esiste un trattamento per smaltire più rapidamente l’eccesso di vitamina A (che si accumula prevalentemente nel tessuto adiposo): il rischio maggiore è che prima che il corpo riesca a riportare i livelli nella norma, i danni siano già irreversibili – e, nei casi più gravi, fatali.
I sintomi di tossicità avanzata comprendono
- vomito
- cefalea e vertigini
- aumento della pressione spinale e cranica
- danno epatico
- irritabilità
- emorragia
- coma
Uno studio recente in vivo ha evidenziato la possibilità che si formino calcificazioni a livello della valvola aortica in seguito ad assunzione eccessiva e prolungata nel tempo di vitamina A. Gli studi sull’uomo, volti a confermare questo rischio, hanno fornito risultati contraddittori, ma è bene prestare particolare attenzione a non superare le dosi consigliate, soprattutto da parte dei pazienti a rischio di patologie cardiovascolari.
Gravidanza
In gravidanza l’eccesso di vitamina A (assunta con integratori) può risultare teratogeno – quando non addirittura letale – per il feto. Pertanto si consiglia l’assunzione di integratori di vitamina A durante la gestazione solo se strettamente necessaria, attraverso integratori specificatamente formulati per la gestione, e sotto attenta sorveglianza medica. Si raccomanda in particolare di evitare l’assunzione di più integratori contenenti vitamina A, se non dietro espressa indicazione del ginecologo.
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A cura della dott.ssa Sonja Bellomi, PhD in Scienza delle Sostanze Bioattive
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Integratori contenenti Vitamina A
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