Introduzione
La Schisandra (Schisandra chinensis) è un arbusto originario del nordest della Cina, dove è da secoli utilizzata dalla Medicina Tradizionale Cinese per problemi renali, della milza, per tonificare l’energia (Qi) e come trattamento di tosse, dispnea, diabete, insonnia e palpitazioni; è inoltre ampiamente utilizzata come adattogeno – spesso in associazione con altre erbe ad azione sinergica – per far fronte a periodi di particolare stress psicofisico.
I caratteristici frutti rossi, utilizzati nella tradizione a scopo medicinale, contengono lignani (più di 40, tra cui i più attivi sembrano essere la Schisandrina B e la Gomisina A), triterpenoidi, olii essenziali, vitamine A, C ed E, niacina (vitamina B3), betacaroteni, steroli, tannini e minerali.
A cosa serve
Negli integratori in commercio, la Schisandra viene proposta e pubblicizzata come
- adattogeno (per aumentare la resistenza allo stress)
- stimolante del sistema nervoso centrale
- antinfiammatorio e antiossidante
- rimedio per la disfunzione erettile
Su questi effetti – e su altri potenziali – sono stati pubblicati studi scientifici che hanno fornito, sì, alcuni risultati interessanti, ma ancora lontani dall’essere conclusivi.
Peraltro, la maggior parte degli studi sulle proprietà della Schisandra è stata condotta in vitro o su animali; la ricerca sull’uomo è invece ancora carente. In aggiunta a ciò, in molti di questi studi la Schisandra è stata utilizzata in associazione con altre erbe, con potenziale azione sinergica – il che rende di per sé difficile identificarne gli effetti specifici.
Di seguito verranno riportati gli studi che hanno prodotto i risultati più promettenti per diverse applicazioni, sia in vitro che su animali che sull’uomo.
Test in vitro e su animali
Sulla base dei risultati dei test condotti in vitro e in vivo su animali, la Schisandra potrebbe possedere i seguenti effetti:
- Antiossidante. 7 lignani isolati dalla Shisandra e l’olio essenziale da essa ottenuto hanno mostrato in vitro capacità antiossidanti maggiori della stessa vitamina E, a parità di concentrazione [1].
- Epatoprotettore. L’effetto pare sia dovuto prevalentemente all’azione della Schisandrina B, che sarebbe in grado di potenziare l’attività del glutatione (un potente antiossidante endogeno) a livello epatico. La Gomisina A, inoltre, ha mostrato in vitro capacità di proteggere il fegato dal danno indotto dal paracetamolo e di favorire la rigenerazione delle cellule epatiche dopo resezione chirurgica del fegato [1,12,13].
- Antinfiammatorio. La Schisandrina inibisce in vitro una serie di mediatori dell’infiammazione, tra cui le prostaglandine e le ciclossigenasi. Inoltre, studi in vitro e su animali hanno evidenziato una possibile ruolo della Gomisina A sull’infiammazione legata alle malattie autoimmunitarie [1].
- Antidiabetico. In vitro i lignani contenuti nella Schisandra (in particolare la Gomisina N) hanno mostrato capacità di aumentare la captazione del glucosio da parte delle cellule epatiche: la Gomisina N, in particolare, avrebbe dimostrato efficacia superiore al rosiglitazione, un farmaco antidiabetico. In test su animali è stata evidenziata una possibile azione della Schisandra nel diminuire il livello di glucosio sia basale che postprandiale [6,7].
- Neuroprotettore, con effetto positivo su memoria e capacità di apprendimento. La Schisandrina B, in particolare, ha mostrato azione migliorativa sulle capacità cognitive e sulla funzionalità epatica di topi in trattamento con tacrina, un farmaco comunemente usato per il trattamento dell’Alzheimer. Inoltre, il pare che trattamento preventivo con Schisandrina B abbia effetto di protezione contro lo stress ossidativo e contribuisca a mantenere normali i livelli di Acetilcolina (un neurotrasmettitore la cui carenza è correlata con lo sviluppo e la progressione della malattia di Alzheimer) [1,3].
- Ansiolitico e sedativo. La Schisandra ha mostrato effetto sedativo e ipnoinducente in esperimenti condotti in vivo, con l’effetto di ridurre il tempo di addormentamento e allungare la durata del sonno; oltre che verso l’insonnia, analogo effetto positivo si è osservato sull’ansia e sui livelli dei neurotrasmettitori coinvolti nella regolazione del tono dell’umore e dello stress (noradrenalina, dopamina e serotonina) e sul corticosterone plasmatico [4,5].
- Disfunzione erettile. I lignani presenti nel frutto della Schisandra hanno mostrato effetto positivo sul rilassamento della muscolatura liscia del corpo, necessaria, tra le altre funzioni, anche per l’erezione. Il meccanismo potrebbe essere legato all’inibizione del flusso di Calcio intracellulare (che determina la contrazione del muscolo) oppure all’aumento della produzione di monossido d’azoto, ad azione vasodilatatrice. In esperimenti condotti su animali, la Schisandrina A e B e l’estratto alcoolico di Schisandra si sono dimostrati in grado di potenziare l’attività del Sildenafil (Viagra®)
[8-10].
Test sull’uomo
Per quanto ancora molto limitati, sia per quantità che per numero di individui coinvolti, i test sull’uomo hanno fornito alcuni risultati interessanti. Di seguito verranno riportate le due applicazioni per le quali esiste un minimo di letteratura scientifica a supporto – anche se tutt’altro che conclusiva.
- Effetto adattogeno e miglioramento della performance cognitiva: Nella medicina Tradizionale Cinese la Schisandra è annoverata tra le piante ad azione adattogena, ossia di aiuto per l’organismo nell’affrontare periodi di stress prolungato, sia fisico che mentale [16]. Uno dei pochi studi condotti in doppio cieco versus placebo riguarda la somministrazione di un preparato contenente Schisandra, in associazione con Rodiola ed Eleuterococco (Ginseng Siberiano): lo studio era mirato a valutare l’eventuale impatto sulle capacità cognitive di 40 donne di età compresa tra 20 e 68 anni, in buona salute, ma in condizioni di stress protratto nel tempo. Le partecipanti sono state divise in due gruppi: ad uno sono stati somministrati 270 mg dell’integratore, all’altro il placebo. Prima del trattamento e due ore dopo l’assunzione sono stati effettuati alcuni test cognitivi: il gruppo trattato con l’estratto ha mostrato miglior attenzione e maggior velocità e accuratezza nelle risposte, rispetto al gruppo placebo [2,14].
- Epatite. I risultati dei primi studi pilota condotti sull’uomo sembrano confermare quanto osservato in vitro: l’estratto del frutto di Schisandra somministrato a pazienti con epatite (sia virale che farmaco-indotta) riduce i livelli di transaminasi (GPT) [2]. In Cina esiste un farmaco utilizzato per il trattamento dell’epatite farmaco-indotta derivato dalla Schisandrina C, che sembra aver dato buoni risultati. Il meccanismo con cui agisce il farmaco pare essere sia di tipo antinfiammatorio che antiossidante [11,15].
Dose ed effetti collaterali
Non ci sono studi clinici adeguati che permettano di definire la dose efficace. Tradizionalmente si impiegano
- 1,5-6 g al dì di frutto essiccato
- 3,5-8,5 mL al dì di estratto liquido (1:2)
Eventuali effetti collaterali emersi nei pochi studi clinici condotti finora riguardano lievi disturbi gastrointestinali.
Non sono state approfondite eventuali interazioni con farmaci.
Non ci sono informazioni in merito alla sicurezza d’uso in gravidanza: a scopo precauzionale, se ne sconsiglia pertanto l’assunzione.
A cura della dott.ssa Sonja Bellomi, PhD in Scienza delle Sostanze Bioattive
Fonti e bibliografia
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Integratori contenenti Schisandra chinensis (Turcz.) Baill.
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