Introduzione
L’Echinacea è una pianta perenne originaria del Nord America, appartenente alla famiglia delle Asteraceae (Compositae), che comprende diverse varietà, tra cui le più note e studiate sono la purpurea, la pallida e la augustifolia.
I primi ad utilizzare la pianta a scopo medicinale pare siano stati gli indiani d’America (i Sioux), che la impiegavano contro i morsi di serpente, le ferite, le infezioni e le coliche. Introdotta nella pratica medica negli Stati Uniti nel XIX secolo, divenne presto un popolare rimedio contro le infezioni e le sindromi influenzali. L’Echinacea rimase ufficialmente elencata tra le piante ad uso medicinale fino al 1940: successivamente, con l’avvento della penicillina, cadde in disuso, fino a non essere nemmeno più annoverata fra i rimedi medicinali contro le infezioni. Negli ultimi anni, tuttavia, si è assistito ad un rinnovato interesse nei confronti dei rimedi fitoterapici, che ha portato ad un crescente numero di pubblicazioni scientifiche volte ad analizzarne efficacia e potenzialità di utilizzo. L’Echinacea non ha fatto eccezione e numerosi sono ad oggi gli studi che sembrano confermarne alcune potenzialità terapeutiche.
Dal punto di vista chimico l’Echinacea contiene numerosi componenti bioattivi che ne giustificherebbero l’attività biologica: tra essi citiamo
- polisaccaridi
- derivati dell’acido caffeico
- alchilamidi
- flavonoidi
- oli essenziali
- cinarina
- vitamine
- minerali
- steroli
Questi componenti variano a seconda della provenienza della pianta e del metodo di coltivazione; inoltre, le tecniche di essiccamento ed estrazione delle sostanze possono alterarne la qualità e la concentrazione nel prodotto finale: questo spiegherebbe, almeno in parte, la variabilità dei risultati ottenuti nei diversi studi scientifici, a seconda della materia prima utilizzata.
Proprietà e benefici dell’Echinacea
Effetto immunostimolante
Sulla base di studi condotti in vivo su animali, le componenti della pianta a più spiccata azione sul sistema immunitario sarebbero i polisaccaridi, le alchilamidi e l’acido cicorico, che agirebbero direttamente sui macrofagi (cellule del sistema immunitario) potenziandone l’attività.
L’Echinacea, in realtà, sembra agire più da immunomodulatore che da immunostimolante in senso stretto, in dipendenza dalle caratteristiche del singolo individuo;
secondo quanto emerso in uno studio del 2011 condotto da ricercatori inglesi, la somministrazione di un estratto etanolico di Echinacea purpurea (Echinaforce®) stimolerebbe un aumento della produzione di alcuni fattori immunitari (citochine) in soggetti con basso livello iniziale di questi fattori; negli individui in cui tale livello risulti maggiore, invece, l’Echinacea non produrrebbe effetti degni di nota [3].
Effetto antinfiammatorio
Alcuni studi suggeriscono un possibile effetto antinfiammatorio dell’estratto alcolico delle tre specie di Echinacea (purpurea, pallida e augustifolia), che si esplicherebbe attraverso molteplici meccanismi:
- inibizione delle COX-1 e COX-2. Le COX o ciclossigenasi sono enzimi coinvolti nel meccanismo infiammatorio e costituiscono il bersaglio tipico degli stessi farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS)
- azione sui recettori dei cannabinoidi di tipo 2 (CBD-2), presenti soprattutto a livello del sistema immunitario (a differenza dei CBD-1 che si trovano nel sistema nervoso centrale): l’attivazione di questi recettori ha fornito risultati promettenti nel trattamento di patologie infiammatorie in modelli animali
Effetto antivirale e antibatterico
Alcuni esperimenti in vitro hanno evidenziato la capacità dell’Echinacea di inibire la proliferazione del virus dell’herpes simplex (HSV-1): i responsabili dell’azione antivirale sarebbero i polifenoli e l’acido cicorico contenuti nell’estratto di Echinacea purpurea o pallida.
L’attività antibatterica si è manifestata in vitro nei confronti di
- Streptococcus pyogenes, responsabile di faringiti, polmoniti, infezioni cutanee, endocarditi
- Haemophilus influenzae, responsabile di alcune forme di meningite e polmonite
- Legionella pneumophila, causa di polmoniti
Lo Staphilococcus aureus (batterio coinvolto in patologie quali follicoliti, orzaiolo, polmoniti, osteomieliti, endocarditi) si è dimostrato invece meno sensibile all’azione dell’Echinacea.
Sottolineiamo che si tratta, al momento, di studi in vitro: in merito a queste applicazioni, mancano pertanto le prove di efficacia sull’uomo.
Echinacea e sindrome influenzale
Sull’utilizzo dell’Echinacea per il trattamento della sindrome influenzale sono stati condotti diversi studi sull’uomo, i quali tuttavia hanno fornito risultati contrastanti in merito all’efficacia del rimedio. Questo in parte può essere dovuto all’utilizzo di preparati diversi, a differenti dosaggi e ottenuti secondo differenti metodiche: come ricordato nel paragrafo iniziale, il processo di estrazione e di essicamento della pianta può influire in maniera significativa sul contenuto finale delle componenti bioattive (e quindi sull’efficacia del prodotto).
In ogni caso, la maggior parte dei risultati positivi è stata ottenuta con preparazioni di Echinacea purpurea e augustifolia, in termini di riduzione dei sintomi e della durata dell’influenza, se assunte alle prime avvisaglie.
Una revisione Cochrane* del 2000 su 16 studi, per un totale di 3396 soggetti coinvolti, aveva già evidenziato come alcune delle preparazioni analizzate risultassero più efficaci del placebo [4]; la stessa Cochrane in una revisione successiva del 2006, riguardante i dati ottenuti da 22 studi, ha confermato, pur nell’eterogeneità dei risultati, che l’Echinacea purpurea potrebbe risultare efficace nel trattamento precoce del raffreddore comune negli adulti; stessa conclusione in una revisione pubblicata sempre da Cochrane nel 2014, su 24 studi in doppio cieco per un totale di 4631 partecipanti coinvolti: ci sono risultati positivi ma non univoci nel confermare l’efficacia dell’Echinacea nei confronti del raffreddore comune [10].
*La Cochrane è una rete internazionale di ricercatori indipendenti che si occupa di raccogliere e analizzare criticamente i lavori di ricerca pubblicati su temi inerenti la salute.
La commissione E tedesca (organo di riferimento per preparati fitoterapici della tradizione occidentale) ha approvato l’uso dell’Echinacea purpurea come supporto nel trattamento di infezioni di lieve entità a carico dell’apparato respiratorio e urinario e l’uso della radice di Echinacea pallida come trattamento di supporto per la sindrome influenzale [9].
Oltre che per il trattamento dell’influenza, l’Echinacea ha fornito alcuni risultati interessanti in termine di prevenzione: uno studio randomizzato controllato condotto presso l’Università di Cardiff (UK) su 755 soggetti ha riportato dati incoraggianti sull’efficacia dell’Echinacea purpurea (Echinaforce®) in termini di riduzione dell’incidenza di episodi influenzali nella popolazione adulta, con assunzione continuata per un periodo di 4 mesi [6,7].
Una curiosità. Secondo uno studio sull’utilizzo dell’Echinacea nella prevenzione dei disturbi delle vie aeree superiori che insorgono in alcune persone durante i lunghi viaggi in aereo (narici e gola secca, tosse, fastidio in gola), è stato osservato come il trattamento con tale pianta prima e durante i voli intercontinentali abbia significativamente migliorato il benessere delle vie respiratorie [8].
Echinacea e COVID-19
L’emergenza COVID-19, che ha prepotentemente permeato e stravolto le vite di tutti nell’anno 2020, ci ha trovati quanto mai impreparati di fronte a un virus che – soprattutto nei primi momenti – non si sapeva come arginare. La ricerca spasmodica di terapie efficaci è ovviamente passata anche attraverso la fitoterapia – e in particolare verso tutti quei rimedi mirati a potenziare le difese immunitarie, in modo da poter agire, se non in senso terapeutico, almeno in senso preventivo.
Nonostante gli indubbi sforzi profusi dalla comunità scientifica, ancora poco si sa su come agisca il COVID-19 (SARS-CoV-2), su come arginarne gli effetti pericolosi, su come si stia modificando – se così è – la carica virale. Quello che sappiamo, pur nella enorme varietà di casi registrati, è che un individuo in buona salute, con un efficiente sistema immunitario, è in grado – nella maggior parte dei casi – di far fronte all’infezione. Considerato ciò, appare sensato attuare tutti quegli accorgimenti che mantengano in efficienza i nostri sistemi di difesa (e parliamo non solo di integratori ma anche di uno stile di vita sano, che passi attraverso una dieta ricca di vitamine e un’attività fisica moderata ma costante), sempre tenendo presente, però, che non stiamo parlando di una comune sindrome influenzale.
Tra i rimedi fitoterapici presi in considerazione come rinforzanti del sistema immunitario ed eventualmente coadiuvanti nel trattamento della sindrome respiratoria da COVID-19 troviamo anche l’Echinacea. Per valutarne le potenzialità in questo specifico ambito, alcuni ricercatori canadesi hanno analizzato numerosi studi pubblicati in letteratura e, da una selezione iniziale di 382, ne hanno selezionati infine 17 – tutti randomizzati ed effettuati in doppio cieco versus placebo -strettamente inerenti l’azione antivirale dell’Echinacea. Gli studi sono stati eseguiti utilizzando Echinacea purpurea o augustifolia. Sulla base dei risultati ottenuti e dei parametri analizzati nei diversi studi, i ricercatori sono giunti alle seguenti conclusioni:
- L’integrazione con Echinacea può migliorare il decorso dei sintomi a carico delle vie aeree superiori in caso di raffreddore comune, soprattutto se somministrata ai primi segnali di infezione. Tuttavia, nessuno degli studi considerati riguardava condizioni di malattia in qualche modo assimilabili – per sintomi e gravità – all’infezione da COVID-19. In altre parole, non ci sono evidenze che facciano pensare ad un possibile impiego efficace dell’Echinacea nel trattamento dei sintomi – anche lievi – da COVID-19
- Poiché la maggior parte degli studi è stata effettuata su soggetti che non presentavano particolari problemi di salute – a parte il raffreddore comune – né tanto meno problemi a carico del sistema immunitario, non è possibile determinare che ruolo possa eventualmente avere l’Echinacea sui soggetti ad elevato rischio di contrarre l’infezione da COVID-19 (ossia quei soggetti, anziani o affetti da più patologie, che sono stati maggiormente colpiti, spesso con gravi conseguenze, dall’infezione virale)
[11]
Dosi
Generalmente le dosi consigliate di Echinacea risultano le seguenti:
- 3-4 g al giorno di estratto secco
- 3-6 mL al giorno di estratto liquido (aumentabili fino a 10-20 mL, in base all’entità dei sintomi)
La durata del trattamento consigliata per il raffreddore comune va in genere dalla prima comparsa dei sintomi fino ai 7-14 giorni successivi.
Effetti collaterali e controindicazioni
L’Echinacea risulta di norma ben tollerata, soprattutto nell’utilizzo a breve termine, con un’incidenza di effetti collaterali sovrapponibile a quella del placebo.
Gli effetti indesiderati, qualora presenti, riguardano lievi e transitori disturbi di tipo gastrointestinale oppure rash cutanei.
Si raccomanda invece particolare cautela in caso di soggetti allergici alle Asteraceae/Compositae (camomilla, ambrosia, calendula, lattuga, tarassaco, topinambur – per citare alcune pianti appartenenti a questa famiglia), perché in questo caso la reazione potrebbe essere di maggiore entità.
La Commissione E tedesca, inoltre, mette in guardia in via precauzionale sull’utilizzo dell’Echinacea da parte di persone con malattie autoimmuni, come sclerosi multipla, lupus eritematosus, artrite reumatoide, o affette da leucocitosi o tubercolosi [9]. La stessa Commissione E raccomanda un uso protratto di Echinacea non superiore alle 8 settimane; tuttavia esistono studi che hanno monitorato l’utilizzo per tempi superiori (fino a 6 mesi) senza particolari effetti collaterali indesiderati. Di fatto, non ci sono al momento evidenze scientifiche che segnalino un limite massimo di uso continuativo di Echinacea.
L’Echinacea non presenta particolari controindicazioni sull’utilizzo in gravidanza o allattamento, alle dosi comunemente raccomandate. Tuttavia ci sentiamo sempre di raccomandare il consulto col proprio medico curante prima di assumere integratori in momenti particolari e delicati come la gravidanza.
A cura della dott.ssa Sonja Bellomi, PhD in Scienza delle Sostanze Bioattive
Fonti e bibliografia
- Herbs and Natural Supplements- An evidence-based guide,4th ed. L.Braun, M.Cohen. Elsevier Editions
- Textbook of natural medicine. Pizzorno J, Murray M. – St Louis: Elsevier,2006.
- Phytomedicine. 2011 Jul 15;18(10):826-31. Effects of Echinaforce® treatment on ex vivo-stimulated blood cells M R Ritchie, J Gertsch, P Klein, R Schoop
- Cochrane Database Syst Rev. 2000 Echinacea for preventing and treating the common cold D Melchart, K Linde, P Fischer, J Kaesmayr
- Cochrane Database Syst Rev. 2006 Jan 25 Echinacea for preventing and treating the common cold K Linde, B Barrett, K Wölkart, R Bauer, D Melchart
- Evid Based Complement Alternat Med. 2012:841315. Safety and efficacy profile of Echinacea purpurea to prevent common cold episodes: a randomized, double-blind, placebo-controlled trial. Jawad M, et al.
- Wien.Med Wochenschr., 163, (3–4) 102–105. Efficacy and safety of Echinaforce(R) in respiratory tract infections. Schapowal, A. 2013.
- Evid Based Complement Alternat Med. 2012;2012:417267. Randomised, double blind, placebo-controlled trial of echinacea supplementation in air travellers E Tiralongo, R A Lea, S S Wee, M M Hanna, L R Griffiths
- Austin, TX: Integrative Medicine Communications,2000. Herbal medicine: expanded commission E monographs. Blumenthal M, et al. (eds).
- Cochrane Database Syst Rev. 2014 Feb 20;2(2):CD000530. Echinacea for preventing and treating the common cold Marlies Karsch-Völk, Bruce Barrett, David Kiefer, Rudolf Bauer, Karin Ardjomand-Woelkart, Klaus Linde
- Adv Integr Med. 2020 Aug 1 The effect of Echinacea spp. on the prevention or treatment of COVID-19 and other respiratory tract infections in humans: A rapid review Monique Aucoin, Kieran Cooley et al.
- Therapeutic Research Center – Natural Medicines
Integratori contenenti Echinacea angustifolia DC.
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