Carnitina, a cosa serve? Proprietà e controindicazioni

18 Giugno, 2020

Cos’è la carnitina?

La Carnitina (L-Carnitina nella forma più utilizzata negli integratori, poiché quella biologicamente attiva) è un amminoacido considerato non-essenziale, dato che il nostro organismo è in grado di sintetizzarlo in modo autonomo, a partire da due amminoacidi essenziali (quindi da assumere con la dieta), la lisina e la metionina. In alternativa alla sintesi endogena la Carnitina può essere assunta con gli alimenti, in questo caso la fonte maggiore è, come intuibile dal nome, la carne (rossa in particolare), ma è presente in buona quantità anche in avocado e tempeh (un derivato della soia); anche il colostro umano è ricco di questo amminoacido.

Una volta introdotta per via orale, la Carnitina è assorbita a livello intestinale sia per diffusione passiva che per trasporto attivo; l’escrezione avviene principalmente per via renale.

A cosa serve?

La L-Carnitina è coinvolta in un numero molto elevato di reazioni biochimiche all’interno del nostro corpo, fondamentali per il mantenimento della salute:

  • regola il trasporto dei grassi all’interno della membrana cellulare perché possano essere utilizzati come fonte di energia. In particolare, risulta essenziale per l’ossidazione degli acidi grassi all’interno dei mitocondri (le centrali energetiche della cellula): tale meccanismo è la fonte primaria di energia per cuore e muscoli ed è dunque fondamentale per il loro corretto funzionamento
  • è coinvolta nella protezione dell’integrità delle membrane cellulari
  • agisce come antiossidante a livello della membrana cellulare
  • riduce la produzione di insulina e aumenta il metabolismo del glucosio

Proprietà e benefici degli integratori

Dimagrimento

In ragione della dimostrata azione sul metabolismo lipidico, la L-Carnitina è spesso inclusa nei preparati mirati alla perdita di peso, in combinazione con esercizio fisico e dieta ipocalorica. I risultati degli studi clinici in merito al presunto effetto dimagrante risultano tuttavia contrastanti e tutt’altro che conclusivi. Secondo una recente revisione condotta su 37 studi randomizzati versus placebo, l’effetto della Carnitina sulla perdita di peso, sull’indice di massa corporea (BMI) e sulla circonferenza vita risulterebbe assai modesto.

Iperlipidemia

Il coinvolgimento della L-Carnitina nel metabolismo lipidico è alla base delle ricerche sul potenziale utilizzo nel trattamento delle iperlipidemie (colesterolo alto): tuttavia, sebbene numerosi studi abbiano evidenziato una diminuzione dei livelli di lipoproteina A (una proteina di trasporto del colesterolo), a seguito della somministrazione orale di Carnitina, l’effetto clinico sulla concentrazione dei grassi nel sangue è risultato inconsistente.

Qualche risultato positivo è stato osservato in alcuni studi effettuati sulla popolazione anziana: 2 g di L-Carnitina, somministrata due volte al giorno per 30 giorni, hanno permesso di ottenere una diminuzione di colesterolo totale e LDL e dei trigliceridi. Sono comunque necessari ulteriori studi per capire se e quale tipo di popolazione possa trarre beneficio dall’assunzione di Carnitina per il controllo dei livelli lipidici.

Potenziamento muscolare

La Carnitina è una sostanza presenti in numerosi integratori formulati per gli sportivi, in virtù del supposto effetto ergogenico (stimolo della performance fisica ed accorciamento dei tempi di recupero). Gli studi pubblicati in merito mostrano tuttavia risultati spesso contraddittori; molti di essi, inoltre, sono stati condotti su un numero troppo esiguo di partecipanti per poter essere rappresentativi. In linea generale, la combinazione di esercizio fisico e assunzione di Carnitina (2-4 g al giorno) non sembra avere effetto rilevante sulle prestazioni atletiche – non più dell’esercizio fisico senza integrazione.

Qualche risultato interessante e promettente è stato invece ottenuto in caso di concomitanti patologie cardiache (insufficienza cardiaca congestizia, angina pectoris) o polmonari (broncopneumopatia cronica ostruttiva): in questi casi la somministrazione di L-Carnitina sembra migliorare sia la capacità respiratoria che la resistenza alla fatica.

Infertilità maschile e impotenza

Poiché la L-Carnitina risulta particolarmente concentrata a livello degli epididimi (canali presenti all’interno dei testicoli), è stato ipotizzato che gli spermatozoi necessitino della presenza di questo amminoacido per giungere a completa maturazione: in effetti la fonte principale di energia a livello degli epididimi è rappresentata dagli acidi grassi, per il metabolismo dei quali è essenziale la presenza di Carnitina.

Uno studio clinico in doppio cieco su 100 individui di età compresa tra 20 e 40 anni, pubblicato nel 2003, ha evidenziato un miglioramento della qualità, della concentrazione e della motilità degli spermatozoi dopo la somministrazione di 2-3 g al giorno di Carnitina, per un periodo di due mesi.

Lo stesso effetto è stato evidenziato in esperimenti in vitro condotti successivamente: l’aggiunta di L-Carnitina alle piastre con spermatozoi in incubazione ne aumentava vitalità e motilità rispetto alle piastre di controllo.

La Carnitina, in associazione con Arginina e vitamina B3, è stata sperimentata per il trattamento della disfunzione erettile – con o senza trattamento farmacologico concomitante: i risultati ottenuti sono stati positivi, sia in termini di vasodilatazione che di funzionalità erettile.

Sindrome dell’ovaio policistico e infertilità femminile

La L-Carnitina è stata sperimentata anche come possibile terapia per la sindrome dell’ovaio policistico, in donne non responsive alla terapia farmacologica tradizionale con clomifene o gonadotropina corionica umana, con risultati positivi: la somministrazione di questo amminoacido può avere effetti positivi sull’ovulazione e sulla probabilità di gravidanza.

Invecchiamento

Alcuni studi preliminari hanno evidenziato effetti positivi sull’affaticamento fisico e mentale e sul rapporto massa grassa-massa magra nella popolazione anziana trattata con L-Carnitina.

In uno studio randomizzato controllato in doppio cieco condotto su 84 soggetti anziani di età compresa tra 70 e 92 anni, che lamentavano affaticamento dopo minima attività fisica, la somministrazione di 2 g al giorno di L-Carnitina per 1 mese ha permesso un miglioramento significativo della resistenza sia fisica che mentale, un aumento della massa muscolare e un miglioramento del quadro lipidico generale (colesterolo e trigliceridi).

Stesso risultato in altro studio, sempre in doppio cieco e a confronto con placebo, condotto su 66 ultracentenari: la L-carnitina, alla dose di 2 g al giorno per 6 mesi, ha permesso un miglioramento della sensazione di fatica e un aumento della massa muscolare significativamente superiori rispetto al gruppo trattato col placebo.

Carenza

La carenza di Carnitina comporta difficoltà per il corpo nell’utilizzare i grassi per la produzione di energia e può manifestarsi con sintomi quali

  • ipotonia muscolare e miastenia progressiva
  • affaticamento muscolare e crampi
  • problemi cardiaci
  • disordini neuromuscolari
  • ipoglicemia
  • aumento dei trigliceridi

La carenza può essere conseguente a malnutrizione oppure associata a specifiche patologie, quali ad esempio

  • difetti del metabolismo
  • cure farmacologiche (alcuni farmaci per l’HIV o l’epilessia)
  • patologie renali con necessità di dialisi (la FDA, l’ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici, ha approvato l’uso di Carnitina nei pazienti in dialisi, per prevenirne la carenza)
  • patologie epatiche, con compromissione della sintesi di carnitina
  • resezioni intestinali
  • celiachia
  • nascita prematura
  • carenza di vitamina C
  • diabete mellito

Effetti collaterali e dosi

La Carnitina come integratore è normalmente ben tollerata ai dosaggi suggeriti, che di norma sono compresi tra i 2 e i 4 g al giorno, divisi in più somministrazioni.

Occasionalmente possono verificarsi disturbi a carico dell’apparato gastrointestinale, quali

  • crampi
  • diarrea
  • nausea e vomito
  • bruciori e gastriti

Uno dei suoi metaboliti (sostanze prodotte dalla sua degradazione) può causare la comparsa di odore di pesce nelle urine, nel respiro e nel sudore.

Si raccomanda cautela nel caso di concomitante assunzione di anticoagulanti e ormoni tiroidei.

[1-9]

A cura della dott.ssa Sonja Bellomi, PhD in Scienza delle Sostanze Bioattive

Fonti e bibliografia

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