Gli integratori per l’abbronzatura funzionano? Servono?

20 Giugno, 2020

Protezione solare e sicurezza

Le ustioni solari aumentano il rischio di sviluppare un cancro della pelle, ma è bene tenere presente che queste ustioni non avvengono solo in vacanza, ci si può ustionare anche in paesi nordici e perfino se è nuvoloso.

Non ci sono modi sicuri o sani di abbronzarsi e l’abbronzatura non protegge la pelle dagli effetti nocivi del sole.

Bisogna porsi l’obiettivo di un buon equilibrio tra proteggersi dal sole e prendere luce solare in quantità adeguata al fabbisogno di Vitamina D, anche perché l’effetto dannoso dovuto all’esposizione alle radiazioni UV – sia dal sole che dai lettini abbronzanti ed altre fonti artificiali – è cumulativo, si somma nell’intero arco della vita.

Più ci si espone al sole, più aumenta il rischio di sviluppo di tumore della pelle.

Integratori per l’abbronzatura

Cosa sono?

Gli effetti dannosi delle radiazioni ultraviolette (UV), a prescindere che la fonte sia naturale (sole) o artificiale (lampade abbronzanti), sono ormai noti e dimostrati; le scottature solari sono il primo segno di un’esposizione eccessiva, ma sono le conseguenze a lungo termine a preoccupare maggiormente, perché comprendo un invecchiamento precoce della pelle e soprattutto la possibilità di sviluppare tumori.

Soggetti fotosensibili, come i pazienti a fototipo più delicato (pelle chiara, capelli chiari, occhi chiari, …), corrono un rischio ancora maggiore.

Gli integratori per l’abbronzatura sono formulati con l’obiettivo di ridurre il rischio derivante dall’esposizione.

In che modo il sole è pericoloso?

La luce solare raggiunge la Terra come una miscela di raggi sia visibili che invisibili; alcuni sono innocui, ma i raggi ultravioletti (UV) sono invece i responsabili dei pericoli derivanti dall’esposizione solare (oltre che dall’esposizione a lampade abbronzanti).

I raggi UV sono una forma di radiazione.

A piccole dosi aiutano il corpo a produrre vitamina D (5-15 minuti di esposizione al sole 2-3 volte a settimana sono sufficienti per la maggior parte della popolazione), ma un’esposizione eccessiva danneggia la pelle.

Esistono tre tipi di raggi UV e due di questi, UVA e UVB, possono raggiungere la superficie terrestre e colpire la pelle.

I raggi UVB possono causare scottature.

I raggi UVA possono raggiungere strati più profondi della pelle rispetto ai raggi UVB e, quando la pelle viene esposta, cerca di proteggersi producendo più melanina, il pigmento della pelle responsabile dell’abbronzatura

In altre parole l’abbronzatura è un segno tangibile di danno alla pelle.

La radiazione UV induce cambiamenti strutturali e cellulari in tutti i comparti del tessuto cutaneo, la generazione di specie reattive dell’ossigeno (radicali liberi) è la prima e immediata conseguenza dell’esposizione; i radicali liberi possono danneggiare le cellule e il DNA. Alcune cellule riescono a guarire, altre no.

La comunità scientifica ritiene inoltre che i radicali liberi possano anche contribuire al processo di invecchiamento, oltre a ricoprire un ruolo di primo piano nella genesi di malattie come tumore, diabete e malattie cardiovascolari

Gli antiossidanti sono sostanze chimiche che aiutano a prevenire o limitare i danni causati dai radicali liberi; l’organismo produce naturalmente alcuni antiossidanti, ma è possibile assumerli anche attraverso l’alimentazione (vitamina A, vitamina C, vitamina E, beta carotene, licopene, luteina e selenio, ad esempio.

Non dovrebbe sorprendere che gli antiossidanti possono anche essere somministrati attraverso integratori.

A cosa servono gli integratori per l’abbronzatura?

La fotoprotezione può essere perseguita non solo attraverso l’applicazione di protezioni topiche (creme, spray, …), ma anche attraverso l’assunzione di integratori; è tuttavia bene chiarire fin da subito che

Nessun integratore può sostituire l’applicazione di filtri solari sulla pelle, né permettere di la scelta di fattori di protezione inferiori.

Il ricorso ad un integratore è invece uno strumento aggiuntivo, che può contribuire a ridurre il pericolo derivante dall’esposizione solare in modo complementare alle tradizionali forme di protezione, fornendo in genere una quantità più o meno elevata di antiossidanti in grado di limitare, almeno in teoria, i danni dovuti all’esposizione solare.

Funzionano?

Un interessante articolo pubblicato su Nature prova a fare ordine in riferimento a una delle sostanze più usate, l’estratto di Polypodium leucotomos, ma a mio avviso le conclusioni possono essere generalizzate all’intera categoria: i principi attivi contenuti in una compressa per raggiungere la pelle devono passare attraverso più passaggi:

  • assorbimento
  • distribuzione attraverso il sangue
  • passaggio dal fegato
  • raggiungimento (anche) della pelle.

Questo percorso diventa particolarmente problematico per gli antiossidanti, che per loro stessa natura sono molecole instabili e che tendono a rompersi prima di raggiungere l’obiettivo (magari disinnescando altri radicali liberi trovati lungo il percorso).

Esistono alcune evidenze che sembrano confermare l’efficacia di questo approccio, secondo il prestigioso sito TRC i principi attivi che hanno dalla loro una maggior evidenza di efficacia sono:

  • PABA
  • Beta-carotene (una forma di Vitamina A)
  • Melatonina
  • Vitamina C
  • Vitamina E

Mi permetto poi di suggerire anche l’importanza di una dieta ricca di frutta e verdura, l’approccio in assoluto più efficace e sicuro per fare il pieno di antiossidanti naturali.

Suggerimenti per un’esposizione solare sicura

Il consiglio più importante è restare all’ombra quando il sole è più forte, tipicamente tra le 11 del mattino e le 3 del pomeriggio (da marzo a ottobre alle nostre latitudini).

Assicurarsi quindi di:

  • rimanere all’ombra tra le 11 del mattino e le 3 del pomeriggio
  • far attenzione a non bruciarsi mai
  • proteggersi con indumenti adeguati e occhiali da sole
  • essere più che prudenti con i bambini
  • usare filtri solari almeno di fattore 30

È utile farsi una base con i lettini solari?

No, anzi, è semplicemente un aumento dell’esposizione a radiazioni pericolose che vanno ad aggiungere ulteriori danni alla pelle.

La presenza di una base non esclude il possibile rischio di scottatura, ma soprattutto ogni esposizione porta con sé danni al DNA (e non è nemmeno particolarmente utile in termini di produzione di vitamina D).

Chi deve stare particolarmente attento nell’esporsi al sole?

Dovranno stare particolarmente attenti nell’esporsi al sole i soggetti che:

  • hanno la pelle chiara, bianca o comunque slavata
  • hanno lentiggini, o capelli rossi o biondi
  • tendono a bruciarsi invece di abbronzarsi
  • hanno molti nei
  • hanno problemi cutanei dovuti a una qualunque condizione medica
  • si espongono al sole solo in modo occasionale (per esempio, durante le vacanze)
  • si trovano in aree calde con un sole particolarmente forte
  • hanno una storia famigliare di cancro della pelle

Chi passa molto tempo al sole, per lavoro o per svago, corre più rischi di cancro della pelle se non prende precauzioni adeguate.

Le persone con colorito più scuro o di pelle nera hanno minori probabilità di cancro della pelle, perché la pelle più scura offre una qualche protezione dai raggi UV, ma non una completa immunità.

Protezione solare

Quali fattori protettivi adottare per i filtri solari?

Non basarsi sui soli filtri per proteggere la pelle dal sole. Coprirsi con indumenti adeguati e stare all’ombra nelle ore di sole più caldo.

Quando si utilizza una protezione solare assicurarsi che l’etichetta riporti un fattore protettivo di almeno 30 e assicurarsi che il prodotto non sia scaduto (la maggior parte dei filtri ha una durata di 2 – 3 anni, ma dopo un’estate al sole, magari al caldo di una spiaggia, l’eventuale prodotto residuo deve essere gettato).

Anche con un’adeguata protezione solare si raccomanda di non prolungare i tempi di esposizione al sole.

Cosa rappresenta il fattore protettivo?

Il fattore protettivo, siglato SPF (dall’inglese Sun Protection Factor, ossia fattore di protezione solare), è una misura della protezione dai raggi ultravioletti B.

Viene indicato con una scala da 2 a 50+ in base al livello di protezione offerto, con 50+ che rappresenta la massima protezione ai raggi UVB.

Nel Regno Unito è inoltre in uso un secondo sistema di valutazione, che affianca il SPF, che misura il grado di protezione dai raggi UVA con un numero di stelle da 1 a 5: più stelle ci sono, e meglio è. L’acronimo “UVA” circolettato rappresenta un marchio europeo e significa che la protezione UVA è almeno un terzo del valore SPF e soddisfa le raccomandazioni UE.

Come si applicano?

Moltissimi soggetti non usano un’adeguata quantità di protezione solare, in termini di quantità e/o di frequenza di applicazione.

In linea di massima, un adulto dovrà grosso modo impiegare:

  • 2 cucchiai da tè di protezione solare per testa, braccia e collo
  • 2 cucchiai da tè per coprire il corpo, se in costume da bagno

Se la quantità di filtro applicata è insufficiente, il livello di protezione risulta conseguentemente ridotto.

Eventualmente, si può ricorrere a un filtro solare con SPF maggiore di 30 per compensare il rischio di quantità inadeguate.

Il filtro solare andrà applicato due volte in caso di esposizione al sole sufficientemente prolungata da rischiare di ustionarsi; in particolare, andrà applicato:

  • 30 minuti prima di uscire
  • appena prima di uscire

La protezione deve essere applicata su tutta la pelle che verrà esposta, inclusi faccia, collo e orecchie, testa in caso di calvizie o capelli molto radi o fini, anche se è preferibile un cappello a larga tesa.

Il filtro protettivo deve essere riapplicato a piacere e comunque frequentemente, anche in base alle istruzioni del produttore.

Per esempio deve essere riapplicato subito dopo aver fatto il bagno (anche in caso di filtro “resistente all’acqua”), dopo essersi asciugati con un telo, in caso di sudata o comunque quando si sospetta che sia stato asportato.

È comunque una buona prassi riapplicarlo ogni 2 ore, perché il sole può farlo evaporare dalla pelle.

Nuoto e filtri solari

L’acqua lava via la protezione solare; la sensazione di freschezza dovuta all’acqua può inoltre mascherare un’ustione impellente. In più, l’acqua riflette i raggi ultravioletti, aumentando l’esposizione.

Si consiglia l’uso di filtri solari resistenti all’acqua se c’è in programma di fare il bagno o quando è più probabile sudare.

Il filtro andrà rimesso subito dopo aver fatto il bagno (anche in caso di filtro “resistente all’acqua”), dopo essersi asciugati con un telo, in caso di sudata o comunque quando si sospetta che sia stato asportato.

Bambini e protezione dal sole

È necessario essere estremamente cauti nel caso di neonati e bambini. La loro pelle è molto più sensibile di quella di un adulto e i danni causati da esposizioni ripetute alla luce solare possono portare all’insorgenza di cancri della pelle nell’arco della vita.

I neonati con meno di 6 mesi non devono essere esposti a una luce solare diretta intensa.

Nei paesi con clima temperato, i bambini devono, perlomeno da marzo fino a ottobre:

  • coprirsi con indumenti adeguati
  • rimanere all’ombra, in particolare tra le 11 del mattino e le 3 del pomeriggio
  • usare filtri solari con SPF di almeno 30

La crema protettiva deve essere applicata sulle superfici non protette dai vestiti, come la faccia, le orecchie, i piedi e il dorso delle mani.

Per assicurare un apporto adeguato di vitamina D, si può valutare con il pediatra di somministrare integratori di vitamina D a tutti i bambini sotto i 5 anni.

Altri suggerimenti

Protezione dal sole degli occhi

Una giornata in spiaggia senza proteggere gli occhi può causare un bruciore doloroso della superficie dell’occhio, simile all’ustione della pelle.

I raggi del sole, riflessi da neve, sabbia, cemento e acqua, e la luce artificiale per i lettini abbronzanti sono particolarmente pericolosi.

Evitare di guardare il sole direttamente, perché questo potrebbe causare danni permanenti agli occhi.

Indumenti e occhiali da sole

Indossare sempre abiti e occhiali da sole che garantiscano una protezione dal sole, quali:

  • cappello a larga tesa che faccia ombra a viso, collo e orecchie
  • un top a maniche lunghe
  • pantaloni o gonne lunghe in tessuti che non permettano ai raggi del sole di passare
  • occhiali da sole con lenti avvolgenti o stanghe larghe, dotati di marchio CE

Trattamento delle ustioni da sole

In caso di ustione solare è possibile procedere a spugnature della pelle sofferente con acqua fresca, procedendo in seguito all’applicazione di una crema o uno spray doposole idratante.

Gli antidolorifici, come paracetamolo o ibuprofene, alleviano il dolore, aiutando a contenere l’infiammazione causata dall’ustione.

Evitare l’esposizione al sole fino a totale scomparsa di tutti i segni di arrossamento e ricorrere al medico in caso di malessere o se la pelle si mostra particolarmente gonfia o con vesciche.

Protezione dei nei

Chi ha molti nei o lentiggini corre più rischi di sviluppare un cancro della pelle rispetto alla media, quindi deve prendere precauzioni maggiori.

  • Evitare di ustionarsi con il sole.
  • Stare all’ombra, coprirsi con indumenti e usare filtri solari con SPF di almeno 30 per proteggersi.
  • Stare attenti a cogliere cambiamenti della pelle.

In particolare, fare attenzione a:

  • comparsa di nuovi nei, tumefazioni o masse
  • cambiamenti di dimensione, forma o colore di nei, lentiggini o macchie della pelle

Riferire questi eventi al medico quanto prima. Il cancro della pelle è molto più facile da trattare se viene intercettato presto.

Uso di lettini abbronzanti

I dermatologi sconsigliano l’uso di lettini o lampade abbronzanti.

Questi dispositivi possono essere più pericolosi della luce solare naturale perché usano una fonte concentrata di radiazioni UV.

I rischi per la salute legati a lettini e altri dispositivi UV abbronzanti includono:

  • cancro della pelle
  • invecchiamento precoce della pelle
  • ustioni della pelle
  • irritazione degli occhi

L’impiego di questi dispositivi (nei saloni abbronzanti o di bellezza, nei centri relax, fitness e alberghi) è in genere vietato ai minori di 18 anni.

Fonti principali

Integratori per l’abbronzatura

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